Il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve (foto LaPresse)

La “reazione implacabile” dell'Ue è durata una settimana

David Carretta
Dopo il vertice di Bruxelles, le posizioni dei paesi membri rimangono lontane sui sistematici e obbligatori alle frontiere esterne di Schengen e sulle falle nella condivisione delle informazioni tra i servizi degli stati membri

Bruxelles. “La nostra reazione collettiva deve essere implacabile”, ha detto Bernard Cazeneuve al termine della riunione straordinaria dei ministri dell'Interno dell'Unione europea dopo gli attacchi di Parigi del 13 novembre. Non solo quella della Francia: “L'Europa deve mettere tutto in opera per sconfiggere il terrorismo”, ha spiegato il ministro dell'Interno francese. Approvazione “entro la fine dell'anno” del Passenger Name Record europeo (il registro dei dati dei passeggeri aerei), rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne di Schengen (non solo i passaporti, ma anche la presenza o meno sulle liste dei sospetti terroristi) per tutti i cittadini europei, repressione dei traffici di armi interni al territorio dell'Ue. In realtà, i Ventotto hanno ribadito gli impegni che avevano già assunto dopo gli attacchi contro Charlie Hebdo e l'Hypercacher dello scorso gennaio. Sui due grandi buchi dell'intelligence europea – la mancanza di controlli sistematici e obbligatori alle frontiere esterne di Schengen e le falle nella condivisione delle informazioni tra i servizi degli stati membri – le posizioni rimangono lontane.

 

Cazeneuve ha detto che la Commissione presenterà “entro la fine dell'anno” una proposta per modificare il Codice Schengen. Nelle loro conclusioni, i ministri dell'Interno hanno invitato l'esecutivo comunitario a una “revisione mirata” per introdurre “controlli sistematici dei cittadini Ue, incluse verifiche di informazioni biometriche, sui database rilevanti. Ma dalla Commissione frenano: “Siamo aperti alla discussione, ma non ci siamo impegnati a una modifica”, dice una fonte dell'esecutivo comunitario. Il timore è che mettendo mano a una norma minore di Schengen, alcuni paesi vogliano introdurre nuove eccezioni per erigere frontiere interne, rimettendo in discussione la libertà di movimento delle persone. Del resto, Cazeneuve ha annunciato che la Francia manterrà i controlli ai suoi confini “fino a quando peserà la minaccia terroristica”.

 

[**Video_box_2**]Il dibattito sulla condivisione delle informazioni di intelligence, invece, è stato rinviato a dicembre. “Solo 5 paesi su ventotto hanno accettato di condividere informazioni”, ha denunciato il commissario agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos. Durante la sua presidenza di turno dell'Ue, l'Italia era riuscita a creare un network per il contrasto al fenomeno dei Foreign Fighters, ma solo quindici stati membri ne fanno parte: Francia e Belgio lo hanno disertato. Avramopoulos ha lanciato l'idea di un servizio di intelligence europeo, incontrando l'immediata opposizione di Germania e Francia. “Non posso immaginarmi che siamo pronti a cedere sovranità su questo punto”, ha detto il ministro dell'Interno tedesco, Thomas De Maiziere. Quanto al Pnr, l'Europarlamento obietta alla conservazione dei dati per un anno e alla sua estensione ai voli intra-europei.