Giustizia pazza
Roma. Prima l’Europa ha tolto le sanzioni all’Iran e ha iniziato a imporle a Israele (marchiatura e boicottaggio delle merci). Adesso che ufficiali iraniani sulla lista nera si apprestano a tornare a viaggiare in Europa, c’è un paese europeo dove il premier d’Israele non può mettere piede. Rischia l’arresto. Un giudice in Spagna ha emesso una serie di mandati di cattura per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e altri sette ex e attuali funzionari israeliani per l’incursione sulla Flotilla del 2010. “Bibi” potrebbe essere arrestato se mettesse piede sul suolo spagnolo. Lo ha deciso l’alto magistrato della Audiencia nacional, José de la Mata, che ha ordinato alla polizia e alla guardia civil di arrestare Netanyahu e altri sei ex ministri se entrassero in territorio spagnolo. Gerusalemme sta lavorando diplomaticamente per annullare il provvedimento. Oltre a Netanyahu, sono incriminati l’ex ministro della Difesa, Ehud Barak; quello degli Esteri, Avigdor Lieberman; l’attuale ministro della Difesa, Moshe Yaalon; l’ex ministro dell’Interno, Eli Yishai; il ministro senza portafoglio Benny Begin, e il responsabile delle operazioni sulla Flotilla, Maron Eliezer.
Dietro questi mandati d’arresto ci sono magistrati zeloti dal forte pregiudizio antisraeliano e gruppi di pressione filopalestinesi che avanzano le cause nei tribunali. Lo scorso giugno, per evitare l’arresto a Londra, la leader dell’opposizione laburista israeliana, Tzipi Livni, ha dovuto farsi dare l’immunità diplomatica dal governo. Se fosse andata in Inghilterra in “visita personale” un magistrato avrebbe spiccato il mandato d’arresto.
Simili mandati d’arresto furono spiccati in Belgio per Ariel Sharon e per diplomatici israeliani il rischio di atterrare a Heathrow è stato alto. Come il generale Doron Almog: stava arrivando con un volo El Al, quando l’ambasciata lo avvertì che c’era un ordine di arresto emesso da un magistrato per “violazioni della Convenzione di Ginevra”. Almog non scese neppure dall’aereo e Downing Street fu costretta a scusarsi. A settembre, quando Netanyahu era andato in visita a Londra da David Cameron, centomila inglesi avevano firmato una petizione per farlo arrestare per “crimini di guerra”. Gli israeliani devono potersi muovere, viaggiare e lavorare; i mandati d’arresto, anche solo la loro minaccia, hanno l’obiettivo di intimidire lo stato ebraico. Giorno dopo giorno, Israele diventa più assediato e isolato. Gerald Steinberg di Ngo Monitor scrive che “Israele per gli attivisti è come il Sudafrica dell’apartheid e i suoi criminali di guerra non devono essere parte della società globale”. Alcuni giorni fa, il procuratore della Corte dell’Aia, Fatou Bensouda, ha aperto un’inchiesta contro gli israeliani per “crimini contro l’umanità”. E si preparano già azioni legali contro le “esecuzioni extragiudiziarie” d’Israele in questa Terza Intifada, ovvero l’eliminazione di terroristi che attentavano alla vita di ebrei israeliani.
[**Video_box_2**]L’ex ministro Barak ha commentato così le inchieste: “Chi considera l’assassinio di un terrorista un ‘crimine contro l’umanità’ vive in una concezione che ribalta il mondo”. Il giudice De la Mata ha ricoperto il ruolo di “modernizzatore” del ministero della Giustizia sotto il governo socialista di José Rodríguez Zapatero ed è oggi uno dei magistrati dal maggior profilo pubblico. La Spagna ha una legislazione che prevede l’arresto di qualcuno per “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità” anche se all’estero. Il giudice spagnolo Fernando Andreu ha aperto un’inchiesta sull’ex ministro della Difesa israeliano, Benjamin Ben-Eliezer, e su sei funzionari militari accusati di aver organizzato il bombardamento a Gaza che portò alla morte del capo militare di Hamas, Salah Shehadeh. Il modello è quello di Baltasar Garzón che nel 1998 emise un mandato d’arresto per l’ex dittatore Augusto Pinochet.
In Spagna ci sono siti web con appelli a chiunque “abbia informazioni sulla presenza di sospetti israeliani”. Le schede hanno anche le descrizioni dei “sospetti”. Un’Inquisizione. Mentre Parigi è devastata dal terrore, in Europa c’è chi pensa di braccare i ministri israeliani. All’Interpol c’è un nuovo “most wanted”: Benjamin Netanyahu. Un “criminale di guerra”, un ricercato, per quest’Europa senza vergogna.