Un agente dell'Fbi a San Bernardino. Sullo sfondo il Suv usato dagli assalitori (foto LaPresse)

La strage “senza movente”

Tutte le strade di San Bernardino che portano al terrorismo islamico

La pista pachistana, l’arsenale in casa e una “missione”. Obama è cauto ma l’Fbi lo considera un atto di terrorismo.

New York. “Potrebbe essere legato al terrorismo, ma non lo sappiamo”, ha detto Barack Obama commentando la strage di San Bernardino, in California, la più grave dal massacro alla scuola di Sandy Hook. Non sappiamo il motivo, ma intanto l’Fbi, scrive il New York Times, sta trattando il caso come un atto di terrorismo, per via della provenienza dei due attentatori, dell’esplosivo ritrovato in casa e di una presunta connessione con estremisti islamici, segnalata per prima dalla Cnn. Gli autori sono il ventottenne Syed Farook e la moglie Tashfeen Malik, di un anno più giovane, rimasti uccisi in uno scontro a fuoco con la polizia dopo aver tentato la fuga a bordo di un Suv noleggiato. Alle 11 di mattina di mercoledì Farook e la moglie sono entrati in una sala dell’Inland Regional Center, presa in affitto dai dipendenti del dipartimento della Salute della contea – presso cui lavorava Farook – per i festeggiamenti natalizi, e hanno aperto il fuoco con quattro fucili semiautomatici, uccidendo quattordici persone e ferendone ventuno. Indossavano maschere e abiti militari: “Sembravano in missione”, ha detto un portavoce della polizia. Alcuni sopravvissuti hanno detto che l’uomo era inizialmente presente ai festeggiamenti, si parla di un alterco che lo ha spinto ad andarsene, per poi ritornare armato assieme alla moglie. Di certo, come ha ricordato il capo della polizia locale, “nessuno se ne va arrabbiato da una festa e torna armato in quel modo”. Avevano quattro fucili semiautomatici, acquistati legalmente. Tre “pipe bomb” con un detonatore a distanza sono state trovate sul luogo della strage.  Nella loro casa hanno trovato 1.600 munizioni, 12 bombe artigianali e materiale per costruirne altre.

 

Farook, incensurato di 28 anni, è nato negli Stati Uniti da una famiglia di origini pachistane ed era residente nella cittadina di Redlands. Era un ispettore del dipartimento della Salute locale, si occupava di controlli sulle condizioni igieniche dei ristoranti e delle piscine pubbliche.  L’Fbi ha detto che nel luglio del 2014 Farook è rientrato negli Stati Uniti dopo un viaggio in cui di certo ha visitato il Pakistan, ma forse anche altri paesi. Alcuni colleghi dicono che qualche tempo fa è andato in Arabia Saudita per prendere in moglie Malik, con cui era entrato in contatto attraverso un sito di appuntamenti. Altre fonti, raccolte da Cbs e che non necessariamente contraddicono queste versioni, dicono si sia recato al pellegrinaggio di Hajj alla Mecca.

 

[**Video_box_2**]La moglie era pachistana, ed era negli Stati Uniti con un visto di tipo K-1 per i fidanzati di cittadini americani, un permesso che ha validità di 90 giorni: entro il termine deve avvenire il matrimonio. I due avevano una figlia di sei mesi, che avevano affidato alla madre di lui prima di commettere la strage. I vicini di casa hanno parlato di un andirivieni di “uomini mediorientali” nelle ultime settimane, cosa che ha insospettito almeno uno di loro, che però non ha allertato le autorità nel timore di essere considerato discriminatore e razzista. La Cnn riferiva che Farook si era radicalizzato, ed era entrato in contatto con una persona indagata dall’Fbi. Poco dopo la diffusione della notizia che i due attentatori erano musulmani, il Council on American Islamic Relations ha organizzato una conferenza stampa per “condannare l’orribile atto”, come ha detto il direttore della sezione locale, Hussam Auyloush. L’Fbi sta indagando e ancora non si sa perché è avvenuta la strage, come hanno ripetuto le autorità di ogni grado, ma di certo la pista del “terrorismo interno” agitata nelle ore successive ai fatti si è sgonfiata. La matrice della “supremazia bianca” sparata frettolosamente sulle prima pagine di giovedì è uscita dal reame delle spiegazioni credibili per questo ennesimo shooting americano. Reiterando la necessità di leggi per il controllo delle armi da fuoco, Obama ha detto che occorre valutare “ciò che possiamo fare per assicurarci che quando queste persone decidono di fare del male a qualcuno gli rendiamo le cose un po’ più difficili, perché ora è troppo facile”. La California, però, è già dotata delle leggi che il presidente invoca. Secondo il Law Center to Prevent Gun Violence, lo stato ha le norme più restrittive del paese, e i fucili semiautomatici che più comunemente vengono usati nei massacri sono stati di recente banditi.