Un'altra vittoria così e siamo rovinati
L’Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza europea, Federica Mogherini, pur contemplando le bombe a Istanbul, le stragi in Libia, le violenze contro le donne a Colonia e l’attentato al premier libico designato – questo il quadro che ieri le sottoponeva Repubblica – ha precisato al quotidiano di non sentirsi in guerra. Beata lei. Ancora meno rassicurante appare il passaggio dell'intervista così sintetizzato da Rep. con una citazione in prima pagina: “Califfo più debole, per questo manda i suoi kamikaze”. Eccolo per esteso: “La mia percezione è che si siano messi in moto meccanismi impensabili anche solo un anno fa e che finiranno per indebolire Daesh ovunque si trovi. E questo naturalmente provoca reazioni”. Se non fosse chiaro, insomma, gli ultimi attentati kamikaze in Turchia che hanno ucciso fra gli altri dieci cittadini tedeschi sarebbero il colpo di coda di un mostro agonizzante. Messo in fuga evidentemente da un ministro degli Esteri europeo che nemmeno si sente in guerra. E figurarsi che il Vecchio continente lo chiamavano “la potenza gentile”.
Chi fiutasse un quid di incoerenza in cotanti ragionamenti autoconsolatori, sarebbe certamente sulla buona strada. Basti ricordare che lo scorso 14 novembre, all’indomani della strage parigina al teatro Bataclan e dintorni che uccise 130 persone, non mancarono gli analisti e i politici che dissero esattamente le stesse cose: “In difficoltà sul fronte interno, l’Isis cerca vendetta in Europa”, titolò un importante giornalone italiano in prima pagina. Sono passati due mesi e ci risiamo. Pirro, oggi, è il commander in chief a Bruxelles. Un filotto di vittorie occidentali così, e siamo rovinati.