Il presidente iraniano Hassan Rohani, al centro, accolto a Parigi dal ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, a sinistra (foto LaPresse)

L'appello dei senatori francesi che non vogliono arrendersi all'Iran

Mauro Zanon
Rohani è accolto a Parigi, seconda tappa del suo tour europeo, ma alcuni legislatori alzano la voce sui diritti umani e sui valori occidentali calpestati dalla Repubblica islamica: 61 deputati della maggioranza socialista e dell’opposizione neogollista hanno invitato il presidente la questione nel corso del vis-à-vis.

Parigi. E’ iniziata oggi a Parigi la seconda tappa del tour europeo del presidente iraniano Hassan Rohani. E’ iniziata agli Invalides, con un incontro con il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, ed è proseguita con un appello, lanciato davanti agli imprenditori francesi e iraniani riuniti dal Medef (Confindustria francese) in presenza del premier Valls, affinché Francia e Iran possano “voltare pagina”, superare i “vecchi rancori” e avviare una “nuova relazione”.

 

Questo pomeriggio, il presidente della Repubblica islamica d’Iran incontrerà all’Eliseo il suo omologo, François Hollande, e al di là del rompicapo del protocollo di cui parlano tutti i media francesi – lo scorso novembre, per la visita, poi annullata in ragione degli attentati islamisti, la delegazione iraniana avevo richiesto un menù halal e niente vino in tavola, suscitando reazioni stizzite in Francia – sono in molti a chiedere al capo di stato francese di trattare anche altri temi molto più delicati oltre a stendere tappeti rossi per i grandi affari economici.

 

In una lettera aperta, 61 deputati della maggioranza socialista e dell’opposizione neogollista hanno invitato il presidente socialista ad affrontare senza acrobazie retoriche la questione dei diritti dell'uomo nel corso del vis-à-vis con Rohani. Nell'appello trasversale, i parlamentari ricordano a Hollande che l'Iran è "uno dei paesi più liberticidi del pianeta", dove ogni mese vengono commesse non meno di "diciannove esecuzioni", dove la libertà d'espressione è costantemente "calpestata", la stampa è "imbavagliata", la censura è “onnipresente”. In seguito i 61 firmatari, tra cui figurano pezzi grossi della gauche e della droite, si sono soffermati sulla drammatica realtà dei numerosi giornalisti e blogger imprigionati in Iran perché critici nei confronti del regime. Anche i sindacati francesi, ieri pomeriggio, hanno alzato voce contro il presidente Hollande, con la speranza che affronti con Rohani la situazione altrettanto "inquietante" in cui versano numerosi sindacati iraniani.

 

[**Video_box_2**]"Delle notizie molto inquietanti giungono regolarmente dall'Iran. Numerosi sindacalisti sono molestati, arrestati, licenziati e imprigionati. Le loro condizioni di detenzione sono deplorevoli", hanno scritto congiuntamente i numeri uno dei principali sindacati francesi in una lettera aperta all'attenzione di Hollande e del capo della diplomazia Fabius. "Siamo convinti che lei possa agire presso Hassan Rohani per contribuire al rispetto delle condizioni fondamentali vigenti nei paesi membri dell'Ilo (International Labour Organization, ndr) anche nella Repubblica islamica d'Iran". Oggi pomeriggio, a Parigi, è prevista anche una manifestazione degli oppositori al regime iraniano, per protestare contro la visita del presidente Rohani.