Se c'è lei, io non vengo. L'ultimo dissidio di Trump con la star di Fox News
Milano. Pensi di aver visto tutto, invece no, succede ancora qualcosa che ti sorprende, e capisci che il terrore e il piagnisteo che hanno contagiato i commentatori americani, alle prese con i candidati che si presentano alle presidenziali, sono noiosi e prevedibili, questa è la campagna elettorale più pazza della storia d’America, divertiamoci, godiamocela, ci sarà tempo per piangere, forse non ce ne sarà bisogno, intanto ridiamo ripensando a tutto quel che gli americani (e gli europei e il mondo tutto) hanno detto sulle pagliacciate italiane. L’ultima crisi, con le primarie che iniziano lunedì, l’ha creata il solito Donald Trump che ha deciso di non partecipare al dibattito dei repubblicani previsto per questa sera, perché non gli piace la moderatrice scelta da Fox News, che organizza l’evento. Cioè, non è che non gli piace: ci ha litigato in passato, usando le sue proverbiali frasi insultanti, è convinto che lei abbia un pregiudizio negativo nei suoi confronti, e non la vuole a fare l’arbitro di un dibattito in cui si gioca l’Iowa all’ultimo voto (contro Ted Cruz).
Trump ha detto a Fox News: o mettete un altro moderatore o io non partecipo. Fox News è diretta da Roger Ailes, avete presente?, l’unico che riesce a tener testa a Rupert Murdoch, ex consulente della comunicazione di Nixon, Reagan e Bush padre, architetto dell’impero mediatico di Fox News, temutissimo, brutto e cattivo: ecco, Ailes ha replicato, già alla prima lite, “ma cos’ha Trump nel cervello?”, ha difeso la sua giornalista, ha attaccato il candidato presidente, ora negozia, ma sempre sicuro che questa è la moderatrice, e questa sarà. Trump, che con i conservatori ha imparato a bisticciare alla grande, ora rifiuta le telefonate di Ailes, dice: parlo solo con Murdoch. C’è da immaginarseli, tutti questi conservatoroni battaglieri, nelle loro situation rooms incazzatissimi che valutano la mossa migliore da fare.
[**Video_box_2**]Il pomo della discordia, la moderatrice, è Megyn Kelly, immortalata sull’ultima copertina di Vanity Fair edizione americana, “La first lady di Fox”. Il suo motto, che è di Steve Martin, è: “Sii così bravo che nessuno ti possa ignorare”, ha messo la competenza al servizio della propria fortuna, genetica prima di tutto, diventando la conduttrice di punta di Fox News, sposando l’uomo perfetto, di successo e che sta a casa con i tre figli quando lei torna tutte le sere alle undici, e cucinando pure benissimo. Kelly è odiata e amata molto più di quanto lo sia l’emittente per cui lavora, tanti liberal la considerano “fair”, altri sperano di portarla dalla loro parte (lei si dichiara indipendente), altri ancora sostengono che appare buona soltanto perché è circondata da mostri (Bill Maher dice: “E’ come la bionda Daenerys di ‘Game of Thrones’, tutti gli altri sono zombie o nani o si scopano la sorella, e lei sembra normale”). Il dissidio con Trump è nato al primo dibattito dei repubblicani, in autunno, quando Kelly chiese conto al candidato del suo sessismo. Lui ci rimase male, le disse “mi dispiace che non ti piaccio, sono sempre stato carino con te”, e il giorno dopo, intervistato dalla concorrente Cnn, insinuò: “Si vedeva il sangue che le usciva dagli occhi, il sangue che le usciva da ovunque”, una frase che fu interpretata come: le sta dicendo che ha le mestruazioni. Poi è successo di tutto: accuse su Twitter, Ailes che è intervenuto in difesa della Kelly, altri insulti, lei che diventa a un tratto paladina dei liberal, lavorando alla tv che i liberal non riescono nemmeno a citare tanto la detestano, i conservatori che si spaccano, gli anti Trump di qui e gli anti Kelly di là, articoli fiume sul grave problema del sessismo. Ora Fox dice: Trump sta facendo pubblicità al dibattito, lo ringraziamo. Ma su Twitter si moltiplicano i detrattori della Kelly che cinguettano: senza Trump cosa lo guardiamo a fare, il dibattito? Circolano le foto di un accavallamento di gambe della conduttrice in cui si vide qualcosa di troppo, e nelle situation rooms tutti schiumano rabbia: Trump ce l’ha fatta ancora, parliamo sempre e solo di lui.
I conservatori inglesi