Dalla Bolivia ad Haiti, tutti gli scandali dei populisti americani
Dal rapporto extra coniugale di Maduro in Bolivia, ai 300 miliardi di dollari spariti in Venezuela, passando per le proteste contro la Clinton Foundation e il governo haitiano per i fallimenti della ricostruzione dopo il terremoto del 2010.
Ventotto anni, nata a Cochabamba, due lauree in Diritto e in Scienze Politiche, Gabriela Zapata Montaño ha un fisico da modella, ma è una delle imprenditrici più rampanti della Bolivia. Nel 2013, in particolare, fu rappresentante legale di Telemenia, multinazionale israeliana particolarmente attiva in progetti di energia rinnovabile. Nel 2014 assieme all'imprenditore Sigfredo Antelo Suarez creò con un capitale di 800 mila bolivianos, circa 115 mila dollari, la società Consilium Srl, specializzata in architettura e ingegneria, e impegnata in due importanti progetti di trasporti e logistica nel settore minerario. Nel 2015, assieme ad altri imprenditori, ha creato la fondazione For Life con obiettivo fondamentale la lotta al cancro infantile, ma impegnata anche in altri progetti umanitari. Ma soprattutto lei è la gerente commerciale del colosso cinese Camc, aggiudicatario di commesse pubbliche nel campo delle infrastrutture per mezzo miliardo di dollari. Mercoledì una trasmissione tv ha sorpresa rivelato che Gabriela ha avuto una relazione col presidente Evo Morales, da cui sarebbe nato un figlio.
Gabriela Zapata Montaño
A rivelare il fatto è stato Carlos Valverde, un ex dirigente dei servizi segreti poi diventato giornalista d'inchiesta, che accusa apertamente Morales di ‘traffico di influenza illecita’. Il presidente ha subito convocato una conferenza stampa, in cui ha però ammesso sia la relazione, che sarebbe durata tra il 2005 e il 2007, sia il figlio. La morte del piccolo, dalle cause non divulgate, ha motivato la fine del loro rapporto. “Non l'ho più rivista”, assicura Morales, osservando che la Camc ha avuto comunque un contratto annullato e dicendo che quell'intromissione nella sua vita privata costituisce una “violazione dei diritti umani”. Esisterebbe però una foto che mostra Evo o Gabriela assieme nel 2015,e un senatore del partito di Morales ha domandato l’apertura di un'inchiesta.
A sinistra, Gabriela Zapata Montaño con i dirigenti della Consilium Srl. A destra, Héctor Navarro
A proposito di regimi populisti. Mezzo miliardo di dollari di “traffico d'influenza” sarebbe comunque poco rispetto ai 300 miliardi che sarebbero stati rubati nel Venezuela chavista negli ultimi 10 anni. L'accusa viene da Héctor Navarro, che con Chávez fu ministro in cinque dicasteri differenti, da ultimo quello all'Energia elettrica. Emarginato da Maduro, Navarro ha annunciato che avrebbe denunciato al ‘Consiglio morale repubblicano’ una rete di corruzione di agenti pubblici e privati che si sarebbe resa responsabile di ammanchi colossali.
Jorge Giordani
Un altro ex ministro di Chávez, quel Jorge Giordani che fu a lungo il guru economico del regime bolivariano, ha aiutato Navarro a calcolare che almeno un terzo dei mille miliardi di petroldollari entrati in Venezuela nell'ultimo decennio sono svaniti nel nulla. Da qui il sospetto di malversazione: “Si è costruita una banda dove quel che importa è mettere le mani sulla rendita petrolifera”, ha detto Navarro, che fu espulso dal partito chavista nel 2014.
Proteste ad Haiti contro la Clinton Foundation
Ma non sono solo i governi anti-Stati Uniti a essere coinvolti in scandali simili. L'ammontare degli investimenti nella ricostruzione di Haiti dopo il terremoto del 2010 – finora fallimentare – è compreso, secondo alcune stime, tra i 6 e i 10 miliardi di dollari. La gestione degli aiuti fu affidata alla Interim Haiti Recovery Commission, alla cui testa fu posto Bill Clinton, che diede un ruolo importante alla Clinton Foundation. Mancata ricostruzione a parte, anche la politica del paese è disastrata. Per le proteste e le accuse di brogli, il 28 gennaio il ballottaggio presidenziale non ha avuto luogo e domenica il presidente uscente Michel Martelly ha passato il mandato senza avere un successore.
Hillary Clinton col presidente di Haiti
[**Video_box_2**]Il 13 gennaio nel sesto anniversario del terremoto attivisti haitiani avevano manifestato davanti alla Clinton Foundation. La protesta non era solo sugli scarsi risultati ottenuti in seguito grazie ai investimenti, ma anche sul modo in cui gran parte dei lavori sono stati appaltati a società e ong non haitiane. Addirittura, si è arrivati a parlare di Haiti come della “dittatura delle ong”.