Luc Chatel

In Francia parli bene di Ogm e parte il tritacarne mediatico. Il caso Luc Chatel

Mauro Zanon
L'ex ministro dell’Istruzione, fresco di elezione al vertice del Consiglio nazionale dei Républicains, è stato attaccato da sinistra e da destra per aver lodato l'"innovazione" portata dagli Ogm. Le ricadute della Cop21 e l'isteria dei socialisti

Parigi. Come in Italia, anche in Francia il partito degli anti Ogm è sempre pimpante e berciante, soprattutto quando si tratta di gettare nel tritacarne mediatico chi prova a sollevare il velo di ipocrisia dominante sui cosiddetti organismi geneticamente modificati. Da ieri questo “parti des anti Ogm” ha un nuovo nemico: Luc Chatel, ex ministro dell’Istruzione, fresco di elezione al vertice del Consiglio nazionale dei Républicains (destra neogollista, il partito di Sarkozy), che domenica ha dichiarato che il suo partito “deve essere il partito del principio di innovazione più che della precauzione, il partito del gas di scisto, degli Ogm e delle biotecnologie”.

 

Gli apostoli della fede anti Ogm, dagli ecologisti alla gauche radicale, si sono subito organizzati contro il nuovo “peccatore”, e per giorni sono fioccate condanne. “Osar dire ai francesi, che in maggioranza rifiutano gli Ogm nella loro alimentazione, che le biotecnologie sono il progetto del futuro (...) penso sia qualcosa contro cui dobbiamo mobilitarci”, ha dichiarato Denis Baupin di Eelv (Europe Écologie Les Verts). Invitato ieri mattina da Europe 1, Chatel ha continuato a perorare la causa: “Ho detto che i Républicains deve essere il partito della realtà, ossia che dobbiamo una volta per tutte camminare sulla strada del Ventunesimo secolo, essere capaci di capire che l’economia è cambiata, che il mondo è in continua mutazione; non dobbiamo ragionare seguendo le vecchie logiche, come fa François Hollande. Quest’ultimo attende la ripresa della crescita come si faceva durante i cicli economici degli anni Settanta. Dobbiamo fare come gli inglesi, i tedeschi e gli americani”.

 

Nel partito della destra neogollista, la sola ad aver posizioni contrarie a quelle espresse dal neo eletto presidente del Consiglio nazionale è Nathalie Kosciuscko-Morizet, l’écolo dei Républicains, capofila dell’ala progressista ed ex candidata sindaco di Parigi. L’ex capo di stato, Nicolas Sarkozy, ha invece approvato la forte presa di posizione di Chatel già domenica pomeriggio, scatenando l’indignazione del Partito socialista, che ha pubblicato un comunicato per denunciare la “regressione sull’ambiente”: “Luc Chatel ha confermato l’orientamento risolutamente anti ambiente del partito di cui ora presiede il Consiglio nazionale. Il rinnovato sostegno agli Ogm mostra infatti che la destra preferisce precipitarsi nella facilità delle false soluzioni, senza tenere in considerazione la salute dei nostri concittadini, la rovina dei nostri ecosistemi o l’assoggettamento degli agricoltori alle aziende produttrici di sementi (...). A poche settimana dalla Cop21, Luc Chatel e i Républicains optano per delle misure passatiste e inefficaci che non sono all’altezza delle sfide economiche, sociali, climatiche e ambientali del Ventunesimo secolo”.

 

[**Video_box_2**]I toni apocalittici sull’ambiente utilizzati dal Ps, partito di maggioranza nell’esecutivo francese, non sorprendono affatto. Si iscrivono invece perfettamente nelle geremiadi catastrofiste che hanno fatto da basso ostinato alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Parigi (Cop21) e che aumenteranno sicuramente nei prossimi mesi, ora che nell’équipe ministeriale, dopo il rimpasto di giovedì scorso, sono entrati tre pezzi da novanta dei verdi francesi come Emmanuelle Cosse (ministro per le Politiche abitative), Jean-Vincent Placé (sottosegretario alla Riforma dello stato) e Barbara Pompili (sottosegretario alla Biodiversità). Anche Marine Le Pen e il suo Front national si sono risvegliati ieri ambientalisti, dopo le dichiarazioni pro Ogm di Chatel, denunciando una posizione “anti ambiente”, che “minaccia la vita dei nostri compatrioti”.