Omar il ceceno è morto davvero? Cosa si sa finora
Il Pentagono ha bombardato Omar il ceceno, un comandante militare dello Stato islamico di origine georgiana che infinite volte compare nella propaganda del gruppo, ma non può confermarne la morte. Molto riconoscibile per la barba rossiccia e la parlata debole (per colpa della tisi), Omar incarna con la sua storia personale l’ascesa dello Stato islamico a partire dal 2012, anno in cui era un semplice volontario arrivato a combattere ad Aleppo passando dal confine turco, fino a oggi, unico tra i leader non iracheni al vertice di un gruppo estremista che destabilizza il medio oriente e altre aree. C’era anche lui, in prima fila, durante l’unica apparizione pubblica di Abu Bakr al Baghdadi nella moschea di Mosul, luglio 2014.
Se fosse stato colpito sarebbe un successo per il Pentagono, che a differenza dei russi ha scelto di compiere bombardamenti di precisione contro i leader e contro bersagli strategici in Siria, invece che a caso e senza tenere conto dei civili. Un giornalista della Bbc che segue il suo caso, Murad Batal Shishani, dice di avere telefonato alla famiglia e che non c’è alcuna conferma della morte, sebbene il raid risalga a venerdì scorso. Resta un dato interessante: gli americani hanno provato a colpire Omar il ceceno perché lo hanno intercettato mentre si spostava verso il fronte di al Shaddadi. La città siriana è sotto attacco da parte delle Forze siriane democratiche, un gruppo all’80 per cento curdo e per il resto arabo che sta facendo la guerra allo Stato islamico anche grazie all’appoggio di forze speciali mandate da Washington. Nella stessa zona di operazioni, l’esercito americano sta rendendo funzionanti con discrezione due aeroporti militari. (dan. rai.)