Come superare lo schema del partito di sinistra, versione Macron
Parigi. Ha aspettato le 20 di mercoledì prima di confermare quanto Libération e il Point avevano anticipato nel pomeriggio. Per un’ora e mezza, nella sua Amiens, ha tenuto tutti con il fiato sospeso, rispondendo alle domande con il suo abituale sorriso, un po’ charmeur e un po’ misterioso, mentre nelle redazioni di Parigi impazzavano i rumors sull’“annuncio annunciato”: ma allora è vero che lo lancia questa sera il suo movimento politico o è l’ennesimo falsa notizia messa in circolazione da qualche malinformato? Dopo l’ultima domanda concessa alla platea, il ministro dell’Economia francese, Emmanuel Macron, ha sciolto la riserva: “Volevo farlo ad Amiens perché sono nato qui, ho una parte della mia famiglia e dei legami forti, ed è qui che sono arrivato a una coscienza civica (…). C’è un’ambizione, un’energia, una lucidità nelle francesi e nei francesi. I cittadini sono pronti a molti sforzi se viene data loro una visione, una prospettiva (…). Le differenze sono divenute obsolete da molti punti di vista. Non sto dicendo che i partiti non hanno alcun senso (…). Tuttavia questo clivage sinistra-destra oggi ci ostacola in molte scelte (…). Ho avuto bisogno di tempo, ho riflettuto, ho consultato, ho messo insieme molte persone e ho deciso di creare un movimento politico che non sarà a destra e non sarà a sinistra”.
Così, nel quadro del quarto appuntamento dei “Rencontres citoyennes”, Macron, ha deciso di lanciare il suo movimento politico, En Marche!, un progetto transpartitico, “aperto”, tramite il quale vuole far saltare i “blocchi della società” e federare le energie sparse nel paese. Il liberale di Bercy ha fustigato mercoledì una società “bloccata”, alla quale vuole opporre la dinamicità di quei francesi che incontra quotidianamente e che però si sentono soffocati da un sistema ingessato. Ha detto di essere consapevole che i suoi avversari cercheranno di soffocarlo in una “gabbia” politica, nonostante la sua ambizione transpartitica, ma la grande questione è se si tratta del momento opportuno per lanciare un progetto di questo tipo. Per Laurent Bigorgne, direttore del think tank liberale Institut Montaigne, “è un contesto molto interessante per lanciare un movimento politico come En Marche!, perché siamo a un anno dalle elezioni presidenziali, sappiamo che ci saranno delle primarie di destra per scegliere il candidato, mentre sono ancora ignote le modalità con le quali la sinistra lancerà il suo candidato. E’ un momento che, indipendentemente dalla questione delle persone, risulta interessante per il dibattito delle idee”.
Nel video di presentazione del movimento c’è una parola che ritorna ossessivamente: “blocages”, blocchi, al plurale, i veri ostacoli di questa Francia che ha un’energia nascosta che aspetta solo di essere espressa. “Tutti hanno la sensazione che ci siano troppi blocchi, il paese fatica a riformarsi, la situazione economica non si muove, la situazione europea è inquietante, ed è normale che ci siano dei movimenti, delle cerchie che tentano di promuovere nuove idee”, dice al Foglio Bigorgne. “Dei paesi come l’Italia, con Renzi, hanno indicato una via di ringiovanimento, di rottura, e anche in Francia c’è una grande aspettativa da parte dei francesi per la creazione di una nuova piattaforma intellettuale, ideologica, per delle nuove proposte radicali, perché il sistema partitico classico è pericolante”, spiega Bigorgne. E in effetti Macron non ha esitato mercoledì a parlare di “soluzioni radicali” attorno alle quali “costruire una maggioranza”, affermando con grande sicurezza di aver lanciato “En Marche!” “non per essere l’ennesimo candidato alle presidenziali”.
Ecco, ma allora, dove vuole/può veramente arrivare il dinamitardo di Bercy? “Ciò che è certo per ora è il punto di partenza. Ci sono delle persone attorno a Macron che cercano di far avanzare le cose, di creare delle reti di supporto, di portare idee per un nuovo progetto di società, per una nuova visione della Francia che superi i suoi blocchi, le sue difficoltà”, spiega al Foglio Bigorgne. “Accanto a ciò c’è un’enorme aspettativa nell’opinione pubblica e c’è soprattutto una capacità, da parte di Macron, di parlare a un arco elettorale francese che è più largo rispetto a quello a cui eravamo abituati. Francesi di sinistra e di destra si riconoscono nelle idee liberali difese dal ministro dell’Economia”. Macron può essere l’uomo del superamento del clivage destra-sinistra, il promotore di una formula radicale in grado di superare i vecchi schemi? “Ciò che è interessante, a questo stadio, è vedere se questa iniziativa potrà rapidamente rinnovare questioni centrali come il ruolo della Francia in Europa, le protezioni sociali, le riforme economiche e il mercato del lavoro”, conclude Bigorgne.
Cambiare il centro di gravità della gauche
Secondo l’economista Jean-Marc Daniel, l’idea di lanciare ora En Marche! “è stata una scelta intelligente. Macron ha capito il momento storico, inserendosi tra quella che io chiamo la ‘gauche dell’indignazione’, affascinata da Podemos e dagli ‘indignados’ di Nuit Debout a Place de la République, e la Francia esasperata che vota Front national e acquista in massa i libri di Zemmour. Il ministro dell’Economia ha lanciato un messaggio nuovo, di rottura, che non è di protesta e non è estremista: io lo definisco ‘liberal-modernista’, qualcosa che non è né di sinistra né di destra, come ha detto lo stesso Macron, e che promuove la libertà politica e la libertà economica”, dice al Foglio Daniel, autore del saggio “Le socialisme de l’excellence”. “Ora resta da capire cosa deciderà Hollande per il 2017: si defilerà per lasciare spazio a Macron o si candiderà per un secondo mandato proponendo all’inquilino di Bercy di essere il suo primo ministro? Macron può essere il candidato del superamento dello schema gauche-droite, il candidato di quello che io ho definito il ‘momento fogliante’, del liberalismo moderno che risponde alle velleità della ‘gauche dell’indignazione’”. Il presidente del Medef (Confindustria francese), Pierre Gattaz, ha salutato positivamente il lancio del movimento politico di Macron: “Mi piace l’iniziativa di Emmanuel Macron. Trovo che sia rinfrescante, che permetta di uscire dalla politique politicienne”.
A livello politico, i principali apprezzamenti per la nuova avventura macroniana sono arrivati da destra: “Porta nuova linfa, può scuotere un po’ il vecchio socialismo e in fondo non vedo alcuna incompatibilità tra Emmanuel Macron e Alain Juppé”, ha dichiarato l’ex primo ministro Jean-Pierre Raffarin, evocando la possibilità di vedere nel 2017 il Parti de la nation al potere, con Macron a Matignon e Juppé all’Eliseo. Nel Ps, invece, le reazioni sono state più rare e tiepide, con la ministra dell’Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, che ha dichairato di non condividere il “né destra né sinistra” di Macron. Jean-Cristophe Cambadélis, segretario del Ps, ha affermato che se Macron “contribuisce a allargare la maggioranza, il suo apporto è positivo”, se invece “vuole cambiare il centro di gravità della gauche, è sulla strada sbagliata”. Ma cambiare il centro di gravità della gauche è proprio quello che Macron vuole fare.