Ora la polizia belga chiede aiuto ai cittadini per trovare l'attentatore dell'aeroporto - VIDEO
Roma. "L'uomo col cappello", uno degli attentatori dell'aeroporto di Bruxelles dello scorso 22 marzo, è ancora in fuga. A due settimane dagli attacchi che hanno ucciso 32 persone, gli inquirenti sono stati costretti a rivolgersi direttamente alla cittadinanza per avere informazioni sull'identità e sulle tracce dell'uomo. Durante una conferenza stampa, oggi il procuratore federale ha rivolto un appello: chiunque abbia notizie, chiunque l'abbia visto o possa fornirci elementi utili ci contatti. La polizia federale ha anche diffuso un video che mostra, con immagini finora inedite, il percorso del terrorista dopo gli attentati compiuti insieme a Ibrahim el Bakraoui e Najim Laachraoui (è notizia delle ultime ore che quest'ultimo abbia lavorato come inserviente al Parlamento europeo di Bruxelles nell'estate del 2009 e in quella del 2010). "Dobbiamo ricostruire il percorso di questa persona", ha dichiarato il procuratore ai cronisti.
Attentat de Bruxelles : le parcours video de l... di dh_be
Grazie alle riprese delle telecamere all'esterno dell'aeroporto di Zaventem e per la città di Bruxelles, gli inquirenti sanno che il terrorista, subito dopo le esplosioni, ha camminato a lungo, attraversando a piedi il comune di Zaventem. Qui, mostrano i filmati diffusi oggi, si è sbarazzato della sua giacca bianca e ha proseguito. Alle 9,49, circa due ore dopo le esplosioni dell'aeroporto, l'uomo è ripreso da una telecamere presso cause de Louvain, un lungo viale molto trafficato che si immette nella città di Bruxelles. Da qui arriva alla rotatoria di Meiser, al confine tra il quartiere di Schaerbeek (noto per essere una delle aree che ha dato rifugio a diversi componenti degli attentatori di Parigi e Bruxelles) e quello di Etterbeck, ad appena un chilometro dal quartiere delle istituzioni europee. Le ultime immagini dell'uomo risalgono a poco dopo, alle 9,50, quando passa davanti al supermercato Carrefour di rue du Noyer. Tra le priorità degli inquirenti c'è quella di ritrovare la giacca bianca dell'uomo.
Il percorso del sospetto terrorista non identificato dopo le esplisioni all'aeroporto di Zaventem
La richiesta di collaborazione ai cittadini, a distanza di settimane dall'avvio delle ricerche dell'attentatore non identificato, è un nuovo segnale allarmante sull'adeguatezza della polizia federale belga. Cristopher Piehota, direttore del Terrorist Screening Center, la banca dati americana dei sospettati di terrorismo, ha detto alla Cnn che "è inquietante come i nostri alleati non utilizzino tutte le informazioni che comunichiamo". Il riferimento è ancora ai servizi segreti belgi (ma anche a quelli europei) sulle cui lacune continuano ad arrivare notizie preoccupanti. E' noto che il nome di uno degli attentatori dell'aeroporto di Zaventem, Ibrahim el Bakraoui, compariva in una lista di individui da tenere sotto osservazione per la loro pericolosità da molto prima degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Suo fratello Khalid, l'attentatore della metro, era stato aggiunto pochi giorni dopo la strage in Francia.
Insieme alle nuove rivelazioni sulle falle del controterrorismo belga sono arrivate anche le dichiarazioni dell'avvocato di Salah Abdeslam, membro del commando che aveva colpito Parigi a novembre arrestato il mese scorso a Bruxelles. Il legale Sven Mary ha dichiarato oggi che il mandato d'arresto per il suo assistito è stato prolungato ma ha aggiunto, soprattutto, che Salah non sarà imputato per gli attentati di Bruxelles. Un'ipotesi tutta da verificare e che lascia diversi dubbi, considerando che Salah aveva condiviso con i fratelli el Bakraoui i mesi trascorsi in fuga tra novembre e marzo. Salah attende ora l'estradizione per avviare un processo che lo vede imputato per tentato omicidio. L'oggetto del dibattimento sarà limitato alla sparatoria di Forest dello scorso 15 marzo, durante la quale Salah aveva aperto il fuoco contro gli agenti belgi e francesi.
L'editoriale dell'elefantino