I talebani rispondono alle offerte di pace con un attacco in centro a Kabul - FOTO
Kabul. Questa mattina un attacco rivendicato dai talebani ha fatto 28 morti e 280 feriti nella zona di Puli Mahood Khan di Kabul, dove si trova il ministero della Difesa. L’esplosivo era nascosto dentro un furgone parcheggiato vicino un ufficio dei servizi di sicurezza speciali afghani (NDS) e l’esplosione ha fatto tremare gli uffici vicini, rimbombando per tutte le zone centrali della capitale.
La città è stata subito bloccata e le ambulanze hanno continuato per ore a trasportare feriti negli ospedali vicini, tra cui quello di Wazir Akbar Khan e quello italiano di Emergency. La zona è molto trafficata durante il giorno e oltre che ai militari si trova vicino anche alla stazione degli autobus per Jalalabad e a una delle entrate del palazzo presidenziale.
“Sono trent’anni che viviamo in questo stato di terrore – dice al Foglio Javed, il proprietario di un negozio che si trova vicino il luogo dell’attentato – ormai non abbiamo piu’ paura”. Lui, come altri negozianti della zona, è già chino sui danni causati dall’esplosione. Nel suo caso vetri e merce rotta per un valore di circa 100 dollari, più o meno quanto un mese di lavoro qui a Kabul. “Non e’ tanto il danno economico – spiega Hajib, un altro commerciante di zona – e’ il fatto che sono sempre i civili a morire che non mi da pace”.
Erano mesi che un attacco di questa portata non avveniva nella capitale afghana. Dopo l’esplosione, gli attentatori hanno sparato per più di un ora, sotto la pioggia. Secondo alcune fonti del posto il fatto che fossero travestiti con divise militari ha creato non poca confusione. Il numero degli attentatori coinvolti p ancora incerto: c’è chi parla di tre, altri di nove. La rivendicazione pubblica e chiarificatrice dei talebani è arrivata poco dopo.
L’attentato, che colpisce Kabul, per l’ennesima volta avviene all’indomani delle dichiarazioni di alcuni ufficiali pachistani, che secondo i giornali locali avrebbero sollecitato pubblicamente i talebani a intraprendere i negoziati di pace con il governo afghano. Solo una settimana fa il gruppo islamista aveva annunciato come tutti gli anni l’inizio della loro offensiva primaverile, questa volta chiamata Operazione Omari, in onore del leader Mullah Omar morto due anni fa.