Malia Bouattia

Chi è Malia Bouattia, la leader degli studenti inglesi che attacca Israele e piace al Labour

Gabriele Carrer
Eletto il nuovo presidente del sindacato nazionale degli studenti britannici. Sette milioni di studenti saranno così guidati da una donna che ha bloccato i tentativi di condannare lo Stato islamico, che ha attaccato le comunità ebraiche e ha inneggiato alla resistenza palestinese.
E’ Malia Bouattia il nuovo presidente del sindacato nazionale degli studenti britannici. Ben prima della sua elezione avvenuta al primo turno durante la convention di mercoledì scorso, la sua candidatura era stata al centro delle proteste delle associazioni studentesche ebraiche per alcune sue posizioni sulla questione israelo-palestinese e non solo. Formatasi all'università di Birmingham, definita un “avamposto sionista nel campo dell'istruzione superiore britannica” nel quale lei si è sempre sentita isolata e discriminata, Malia Bouattia vive nell'antisionismo ed antisemitismo più puri: le lobby sioniste e neo-con guidano Prevent, la strategia anti-radicalizzazione del governo britannico, oltre ai media mainstream e l'istruzione. Sette milioni di studenti britannici saranno così guidata da una donna che ha bloccato i tentativi di condannare lo Stato islamico, attaccato le comunità ebraiche e inneggiato alla resistenza palestinese. L'unione degli studenti ebrei si è dichiarata orgogliosa della lunga storia di sinergie positive con il sindacato nazionale ma ha espresso dubbi e preoccupazioni sul futuro del rapporto con la Bouattia presidente.

 

L'attivista BDS Malia Bouattia ha vinto con il 50,9 per cento dei voti sull'uscente Megan Dunn, definito una “moderata”. Si è imposta sulla rivale nonostante una lettera aperta di circa cinquanta leader delle comunità studentesche ebraiche che si erano detti “estremamente preoccupati” per le sue opinioni sull'ascesa dell'estremismo e dell'antisemitismo nelle università della Corona. Ci sono domande a cui bisogna ancora rispondere, ha sottolineato dopo l'elezione l'unione ebraica, che si dichiara in attesa di vedere onorato l'impegno promesso dalla neo-presidente contro ogni forma di antisemitismo, “compresi i tentativi di negare al popolo ebraico il diritto all'autodeterminazione”. Uno degli interrogativi più grandi riguarda l'attività durante il suo precedente incarico da membro del comitato esecutivo del sindacato studentesco. Al tempo bloccò una mozione del sindacato di condanna verso lo Stato Islamico, bollandola come “islamofobica” e pretestuosa per giustificare una guerra. Più recentemente, riferendosi al Califfato di Al Baghdadi, ha negato ogni possibile minaccia del “cosiddetto terrorismo” nel Regno Unito.

 

La presidente Bouattia si è inoltre espressa contro il processo di pace israelo-palestinese in quanto rafforzerebbe solo il “progetto coloniale” israeliano: “Pensare che la Palestina sarà libera solo grazie a raccolte fondi, proteste non violente ed il movimento BDS è problematica”, afferma in un discorso finito su YouTube ma rimosso proprio in occasione della campagna elettorale e recuperato dal Telegraph. “Ciò non deve essere frainteso come un'alternativa alla resistenza del popolo palestinese”.

 

A congratularsi per la vittoria è stato il gruppo estremista Cage, noto nel Regno Unito per avere negato il terrorismo dello Stato islamico e ha preso le difese di Mohammed Emwazi, il boia kuwaitiano naturalizzato britannico, famoso come “Jihadi John”. Il gruppo, fondato dall'ex detenuto di Guantanamo Moazzam Begg, e Bouattia hanno spesso tenuto conferenze nei campus per la difesa della comunità islamica dalla “criminalizzazione” operata dallo “stato di polizia” in ascesa in Gran Bretagna. Secondo l'uscente presidente Megan Dunn, Cage avrebbe avuto un ruolo chiave nella corsa della Bouattia; in risposta, la neo-eletta presidente ha accusato l'avversaria di “islamofobia” e difeso i suoi legami con Cage, partner prezioso nella lotta contro Prevent, lo strumento del governo britannico per demonizzare l'Islam. Ai festeggiamenti di Cage si è unito Raza Nadim, portavoce del gruppo per i diritti dei musulmani (MPACUK), una lobby estremista bandita dal sindacato studentesco per razzismo ed antisemitismo. Su Facebook Bouattia ha ringraziato Nadim per il sostegno alla sua campagna.

 

I gruppi studenteschi ebraici si sono detti preoccupati per la sicurezza e la serenità dei loro studenti nei campus del Paese ma i legami della Bouattia arrivano fino al Parlamento di Londra. La vicepresidente del sindacato Shelly Asquith, socialista di estrema sinistra e stretto alleato della neo-presidente, è stata coordinatrice degli studenti e dei giovani per la campagna di Corbyn verso la leadership del Labour. E mentre il leader laburista continua ad altalenare tra le pulsioni antisemite dell'estrema sinistra del partito e le proteste dei moderati blairiani e millibandiani, il Times ha recentemente pubblicato un documento esclusivo che racconta l'odio predicato dagli imam nelle prigioni della Corona. Cd e libretti dell'estremismo islamico sono stati ritrovati in più di dieci prigioni britanniche nel mese di novembre, secondo un dossier del ministero della giustizia anticipato dal quotidiano britannico: condanne a morte per gli apostati, volantini misogini e omofobi, disprezzo per i valori britannici. Materiale a disposizione di tutti nelle cappellanie delle carceri inglesi: offrono gli imam, tace il Labour.