Ted Cruz è “Lucifero in persona”, o forse no
New York. La situazione elettorale americana è già abbastanza confusa, non si sentiva il bisogno che il discorso politico, se così si può definire, percolasse nella demonologia. E invece si è arrivati alla demonizzazione, dove il termine non è un eufemismo per definire il normale processo di character assassination, ma l’effettivo accostamento dell’avversario al demonio. Hanno chiesto a John Boehner, ex Speaker repubblicano della Camera, cosa pensa di Ted Cruz, e lui ha sfruttato la sua posizione di politico senza carica per toccarla piano: “Lucifer in the flesh”, è Lucifero in carne e ossa, in persona, e lo ha detto con un tono talmente definitivo da eclissare il “figlio di puttana” pronunciato qualche frase più in là.
Con anglosassone senso del mestiere, l’Huffington Post ha intervistato il portavoce di una setta satanica per sapere se Cruz è effettivamente Lucifero. L’intervistato ha recisamente negato l’eventualità, mostrando fra l’altro che i satanisti pescano le loro idee politiche nell’Upper West Side: “E’ una corsa a chi fa peggio, e uno pensa che la gente diventi più saggia dopo dei clown come Sarah Palin e George Bush. Ma poi ci sono persone che votano Cruz”. Altri giornali hanno intervistato esorcisti, cauti sulle possessioni di Cruz eppure assai poco sorpresi che il Maligno si affacci in quel di Washington (l’Esorcista era ambientato a Georgetown, quartiere aristocratico con università gesuita).
Quindi stando alle fonti Cruz non è il demonio, ma se si considera il pulpito da cui viene la predica c’è materiale per una rilettura dell’intera campagna come romanzo esoterico o mistero danbrownesco. Boehner è il cattolico che ha lasciato il posto di Speaker dopo aver discusso con il Papa; Cruz è un idolo degli evangelici figlio di un altro idolo evangelico collocato nella parte più problematica della sensibilità carismatica. Rafael Cruz è certo che Dio voglia la candidatura di Ted, ed è stato rivelato dall’alto alla moglie Heidi in un momento mistico. Allo stesso modo è certo che Obama sia un marxista sfegatato e il suo posto sia il Kenya da cui proviene. Donald Trump, da par suo, è stato scomunicato da Francesco in presa diretta per via di quei muri che non hanno a che fare con l’essere cristiano. Ma lo stesso contende a “Lucifer in the flesh” il voto dei cristiani, e pure dei cattolici. Hillary s’è riscoperta fervente metodista già varie volte durante la campagna, mentre Bernie Sanders è l’unico che non crede in un Dio nel senso tradizionale e non è coinvolto con le religioni organizzate. Eppure è stato l’unico a essere ricevuto in Vaticano e ad aver incontrato durante la campagna quel Papa che ricordava, con Léon Bloy, che “chi non prega Dio prega il diavolo”, e non si riferiva a Cruz.