“Montalvão sou!”. Chi è il giudice di Provincia che ha bloccato WhatsApp in tutto il Brasile
Zuckerberg contro Montalbano. Nomen omen, si chiama proprio Montalvão il giudice che lunedì 2 maggio ha dato l’ordine di bloccare per 72 ore WhatsApp in Brasile. È lo stesso Marcel Maia Montalvão che a marzo aveva ordinato l’arresto di Dirgo Dzodan, vicepresidente di Facebook per tutta l’America latina. In entrambi i casi, all’origine del provvedimento c’era una richiesta, non esaudita, di dati di utenti legati al crimine organizzato. E in tutti e due i casi il provvedimento è stato subito bocciato da un altro giudice: WhatsApp ha ripreso a funzionare dopo 48 ore e Montalvão è pure finito sotto inchiesta per sospetto abuso di potere. Ma il fondatore di Facebook non si capacita del fatto che basti il magistrato di una città di provincia per bloccare le telecomunicazioni di un intero paese: 100 mila sono gli abitanti di Lagarto, la località nello stato di Sergipe in cui ha sede il tribunale dove Montalvão lavora; 100 milioni sono gli utenti che ha lasciato senza servizio. Martedì scorso Zuckerberg ha pubblicato un post chiedendo ai brasiliani di radunarsi alle 23 locali davanti al Congresso di Brasilia, per chiedere una legge che proibisca altri arbitrii del genere. Montalvão a parte, nel dicembre 2015 un altro tribunale di San Paolo aveva provato a bloccare Facebook per 48 ore, e anche in quel caso il provvedimento fu congelato quasi subito. “L'idea che a chiunque in Brasile possa essere negata la libertà di comunicare è molto preoccupante in una democrazia”, ha scritto Zuckerberg su un post. “Se sei brasiliano e sostieni WhatsApp, ti incoraggio a far sentire la tua voce”.
“Montalvão sou!”, possiamo immaginarlo ripetere a mo’ del suo immaginario omonimo siciliano. In molti sospettano che dietro questo tipo di blitz vi fosse addirittura la lobby delle compagnie telefoniche, messe in crisi in Brasile dall’uso sempre più massiccio di WhatsApp. Ma dalle interviste Montalvão appare abbastanza infervorato da poter decidere da solo, senza bisogno di alcun incoraggiamento. “La penna del giudice non può essere una spada che trafigge il petto di nessuno. Anche i giudici anglosassoni si fanno la legge da soli, visto che il sistema di Common Law consente alle sentenze di innovare il Diritto. Si tratta di una competenza delicata, ma che viene in genere svolta con la massima cautela proprio grazie alla tradizione secondo cui gli avvocati di maggior esperienza vengono poi nominati magistrati. In inglese si parla di osmosi tra bar, letteralmente la “Sbarra”, nel senso del Foro; e Bench, il “Banco” del Giudice. Si evita così che magistratura e avvocati si trasformino in due caste l’un contro l’altra armate, e si evitano i colpi di mano per cui basta il capriccio di un giudice a far chiudere l’Ilva, a silenziare catene televisive o a togliere WhatsApp a 100 milioni di persone. Appunto, un tipo di mentalità di cui una sensibilità anglo-sassone alla Zuckerberg non si capacita, e contro cui chiama a scendere in piazza.
I conservatori inglesi