Il deputato Detlef Seif

Il poemetto anti Erdogan letto al Bundestag di Berlino (per difendere Erdogan)

Luca Gambardella
Un deputato della Cdu declama in Parlamento il testo satirico del comico Böhmermann per contestarne i toni scabrosi usati nei confronti del presidente turco. Una nuova pagina grottesca sulla libertà di satira in Europa.

La querelle diplomatica tra Germania e Turchia sul diritto di satira si arricchisce di un nuovo capitolo, non meno paradossale dei precedenti. Dopo che il comico tedesco Jan Böhmermann è finito sotto processo per aver letto in televisione un poemetto che insultava il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, la questione del reato di lesa maestà continua a dividere il mondo politico tedesco. Un deputato del Bundestag, tra coloro che hanno condannato il contenuto osceno del testo satirico di Böhmermann, ha deciso di prendere l'iniziativa: durante un suo intervento alla Camera bassa tedesca ha riletto alcuni dei 24 versi in rima, proprio quelli che, tra le altre cose, irridevano Erdogan definendolo un pedofilo e uno zoofilo.



Lo scopo era quello di far notare ai colleghi, che lo ascoltavano attoniti mentre recitava versi tanto sconci quanto insoliti per il Parlamento federale, che in effetti la filastrocca era piuttosto insultante. Dopo la declamazione, la cui versione stenografica rimarrà ora agli atti ufficiali del Bundestag, Detlef Seif, così si chiama il deputato, ha tirato le somme: "Ma rendetevi conto… Mettetevi nei panni di Erdogan e riflettete su come l'avreste presa voi!". "Qui una persona è attaccata nel suo onore", ha aggiunto, "e la giustizia deve ora decidere se queste dichiarazioni sono ancora coperte dalla libertà di espressione e di stampa". Tra l'altro, Seif è membro del partito conservatore di Angela Merkel (Cdu) che, dietro esplicita richiesta di Ankara, ha dovuto applicare la legge tedesca che prevede l'avvio di un procedimento penale nei confronti di chiunque manchi di rispetto a un capo di stato straniero.

 


Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (foto LaPresse)


 

La replica di Böhmermann non si è fatta attendere: su Twitter il comico ha fatto notare l'ironia della vicenda, dove un rappresentante dello stato tedesco, per condannare un testo satirico, ne ha riletto i versi osceni in sede istituzionale.

 

 

"Chiedo di revocare l'immunità parlamentare al deputato della Cdu Detlef Seif per aver infranto l'articolo 103 del codice penale", ha scritto il comico richiamando la legge sulla base della quale lui stesso è stato condannato. La vicenda del vilipendio del capo di stato turco, che nel pretendere la messa sotto accusa di Böhmermann ha usato la leva politica dei colloqui avviati con l'Ue sull'accoglienza dei migranti, deve ora registrare questo nuovo passaggio grottesco. In cui sia il Parlamento tedesco, sia il sultano turco con un debole per la censura – in patria e all'estero – ne escono nuovamente derisi.

  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.