Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (foto LaPresse)

Erdogan, il cacciatore di comici

Giulio Meotti
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è incontenibile. Adesso vuole che chiuda persino un ristorante di Colonia, in Germania, perché ha osato vendere gli “Erdogan Burger” (il locale è rimasto chiuso per tre giorni in seguito a minacce di morte).

Roma. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è incontenibile. Adesso vuole che chiuda persino un ristorante di Colonia, in Germania, perché ha osato vendere gli “Erdogan Burger” (il locale è rimasto chiuso per tre giorni in seguito a minacce di morte). Il proprietario, Joerg Tiemann, ha spiegato che i suoi panini al formaggio di capra sono solo “una risposta ironica” alla politica di Erdogan. “Continueremo a venderlo – ha detto Tiemann alla Bbc – finché Erdogan non metterà fine alla sua politica”. Tiemann ha spiegato che la sua iniziativa è un gesto di solidarietà nei confronti dei due giornalisti del quotidiano turco Cumhuriyet condannati di recente al carcere per aver rivelato una vicenda di traffico di armi.

 

Il direttore di Cumhuriyet, Can Dündar, è anche appena scampato a un attentato fuori dal tribunale e la giornalista di T24 Arzu Yildiz è stata ieri condannata a venti mesi di prigione e alla perdita della patria potestà sulle figlie per aver postato su YouTube le dichiarazioni della difesa al processo contro Dündar. Il presidente della Turchia ha già trascinato in tribunale Mathias Döpfner, numero uno della Springer Verlag, la più grande e prestigiosa case editrice tedesca, perché ha espresso solidarietà a Jan Böhmermann, il giornalista della tv pubblica tedesca attaccato, messo sotto processo e condannato pubblicamente da Angela Merkel – su richiesta della Turchia – per aver fatto della satira in televisione contro il presidente turco. L’avvocato personale di Erdogan lo ha denunciato al tribunale di Colonia.

 


Il giornalista Jan Böhmermann durante la satira televisiva incriminata


 

Peggio è andata a Bruno Kramm, leader del movimento Berlinen Piraten, arrestato dopo aver recitato una poesia satirica su Erdogan davanti all’ambasciata turca. Intanto un giudice si è improvvisato critico letterario e ha censurato 18 su 24 versi di quella poesia scandalosa di Böhmermann. Il tribunale di Amburgo ha emanato la prima decisione nei confronti della poesia satirica su Erdogan, vietandone la riproposizione di quasi tutti i passaggi. Chi infrange l’ordinanza rischia 250 mila euro di sanzione e sei mesi di carcere. Adesso al tribunale di Magonza spetta la decisione se processare il comico “reo” di aver offeso, in un paese democratico, un capo di stato straniero.

 

Anche sull’Olanda si stende la lunga mano della censura turca. Il mese scorso, Erdogan ha ordinato l’arresto di Ebru Umar, giornalista turco-olandese che lo aveva irriso su Twitter (è rientrata nei Paesi Bassi la settimana scorsa). “Puttana” le hanno scritto sulle mura di casa ad Amsterdam. Così Ebru Umar ora vive in una “casa sicura” da qualche parte nei Paesi Bassi. Rischia una causa il giornale De Telegraaf, che ha pubblicato una caricatura di Erdogan come una scimmia che schiaccia la libertà di parola. E ora gli avvocati di Erdogan chiedono che venga processato il comico Hans Teeuwen, amico del regista Theo van Gogh, che durante un intervento a Rtl si è scagliato contro il presidente turco, ricoprendolo di grotteschi epiteti e concludendo che “il sultano”, secondo lui, avrebbe ancora una fellatio in sospeso da praticargli. I liberali di centro-sinistra del D66 rilanciano la proposta di abrogare per intero la norma che punisce con la reclusione fino a cinque anni chi insulta in pubblico i reali (norma usata da Erdogan, come in Germania).

 

Il consolato turco di Rotterdam aveva chiesto la segnalazione di “offese” a Erdogan. “Queste affermazioni Teeuwen non le ha fatte solo in scena, ma in una trasmissione seria di notizie in televisione. Quindi non si tratta di cabaret, ma di una dichiarazione politica”, ha riferito il tabloid De Telegraaf venerdì citando l’avvocato olandese di Erdogan, Ejder Köse. Il ministro degli Esteri olandese, Bert Koenders, ha avvisato i propri concittadini: “Non garantiamo l’incolumità di chi viaggia in Turchia”. Lo stesso ha fatto il ministero degli Esteri tedesco, consigliando ai cittadini tedeschi di non fare commenti offensivi su Erdogan mentre si trovano in territorio turco. Di ieri, la notizia che Boris Johnson ha vinto il premio di mille sterline per il concorso sulla “miglior poesia offensiva su Erdogan”, indetto dal settimanale Spectator. Erdogan chiederà un mandato d’arresto anche per l’ex sindaco di Londra?

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.