Altro che Balcani, i barconi continuano a rovesciarsi nel Mediterraneo
Nuova tragedia sfiorata nel Canale di Sicilia: in totale 4 mila persone recuperate solo oggi. Non è ancora arrivata l'estate e l'Italia è già in piena emergenza. Con altri 800 mila migranti pronti a partire dalla Libia, i nuovi hotspot e 'Sophia' non bastano.
(Articolo aggiornato alle 19:11) Roma. L'estate non è ancora arrivata e l'Italia è già in piena emergenza nella gestione degli sbarchi dei migranti. Dopo le operazioni di salvataggio condotte ieri dalla Marina militare italiana, che ha recuperato oltre 500 persone cadute in mare per il rovesciamento del barcone su cui viaggiavano, oggi un nuovo naufragio ha avuto luogo a una trentina di miglia dalle coste libiche. Un velivolo della missione europea EunavforMed ha avvistato un'imbarcazione già capovolta: 88 migranti sono stati soccorsi e salvati da due motovedette e da una nave militare. Solo nella giornata odierna, dice la Guardia costiera, sono state avviate 22 operazioni di salvataggio che hanno portato al recupero di 4 mila migranti.
Mentre tutti guardano ai Balcani e alla diatriba diplomatica sull'asse Bruxelles-Ankara, la rotta mediterranea torna a essere la prediletta da chi tenta di raggiungere l'Europa. Le centinaia di migliaia di persone che in Libia aspettano di prendere il mare in direzione dell'Italia minacciano di rendere la situazione ancora più difficile da gestire. Secondo l'Europol in Libia sono in 800 mila a essere pronti a partire a bordo di 80 imbarcazioni gestite dal racket dei trafficanti di esseri umani, capaci di generare un giro d'affari compreso tra i 5 e i 6 miliardi di dollari (lo dice un recente rapporto dell'Interpol e dell'Europol del 17 maggio di quest'anno).
Le operazioni di salvataggio dopo l'ennesima imbarcazione carica di migranti rovesciata oggi nel Canale di Sicilia (fonte Marina Militare italiana)
I numeri esponenziali degli sbarchi delle ultime ore preoccupano, sebbene Frontex, l'agenzia europea che si occupa delle frontiere esterne, li avesse largamente anticipati: la rotta balcanica, soprattutto dopo la firma dell'accordo tra Unione europea e Turchia, si va svuotando a beneficio degli scafisti basati nell'Africa del nord. Le istituzioni europee si preoccupano ora della diversificazione delle rotte migratorie. Dopo la Libia, l'Egitto sta diventando il principale paese di transito per chi vuole arrivare in Europa. “Ci sono segnali concreti dell’aumento dei flussi migratori dall’Egitto”, ha ammesso un diplomatico europeo al quotidiano tedesco Welt. Secondo questa fonte, diversi stati membri della Ue, tra cui Italia e Francia, hanno chiesto un’estensione della missione militare europea, denominata “Sophia”, verso est in direzione dell'Egitto e di Creta.
Ma dalla Libia, il colonnello Ayoub Qasem ha criticato gli sforzi europei: "L'operazione Sophia ha facilitato moltissimo il viaggio ai migranti clandestini, anzi ha incoraggiato anche i trafficanti. Di recente abbiamo notato che la maggior parte dei migranti parte con la famiglia, rassicurati dal fatto che in mare è in atto l'operazione Sophia". "L'ampliamento della missione, assieme al miglioramento delle condizioni meteo e al mare calmo in questo momento dell'anno", ha aggiunto Qasem parlando ad Adnkronos International, "hanno incrementato il numero di migranti, certi di essere salvati se in pericolo, una volta entrati in acque internazionali a sole 12 miglia dalle coste libiche". Parole che contraddicono la richiesta formulata dal premier libico Fayez al Sarraj, che nelle scorse settimane aveva invece invocato un potenziamento dei soccorsi navali nel Mediterraneo. In particolare, le autorità libiche avevano domandato una maggiore collaborazione tra l'Ue e la guardia costiera del paese nordafricano. Sulla base di questa richiesta di aiuto, il vertice europeo dei ministri degli Affari esteri dello scorso 23 maggio aveva dato il via libera a un programma di addestramento ad hoc sotto l'ombrello della missione 'Sophia', a beneficio della polizia libica.
Le operazioni di salvataggio dopo l'ennesima imbarcazione carica di migranti rovesciata oggi nel Canale di Sicilia (fonte Marina Militare italiana)
Secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero dell'Interno, i migranti collocati nei centri di accoglienza sparsi sul nostro territorio al 31 marzo sono 111.081, una cifra che va aumentata di qualche migliaio dati gli ultimi sbarchi di questi giorni. E sebbene il numero di imbarcazioni arrivate sulle nostre coste siano diminuiti rispetto allo scorso anno, è anche vero che il piano di ripartizione dei migranti tra gli stati europei, proposto dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, si è arenato. Il governo italiano, per bocca del ministro dell'Interno Angelino Alfano, ha annunciato la creazione di due hotspot che dovranno essere aperti in Sicilia nei prossimi giorni. Si tratta di strutture dove i migranti saranno schedati per poi essere trasferiti altrove, dove le autorità locali e l'Unhcr decideranno se concedere lo status di rifugiati o meno. In Giappone, intanto, il premier Matteo Renzi ha l'arduo compito di convincere gli altri leader del G7 che servono più sforzi, e più soldi, per gestire gli sbarchi. "Anche oggi è presumibile che ci siano stati tanti morti in mare", ha detto. "Il nostro lavoro, non è inutile, ma rischia di essere insufficiente".