Ci sono 82 “infiltrati” nella sicurezza degli Europei francesi
Parigi. Si moltiplicano gli allarmi di attentati terroristici in vista degli Europei di calcio che si terranno dal 10 giugno al 10 luglio. Soltanto ieri è stato arrestato in Ucraina un militante francese dell’ultradestra nazionalista che aveva accumulato un arsenale di armi ed esplosivi e programmava, secondo la polizia locale, attacchi a sinagoghe e moschee, ponti, strade e uffici esattoriali prima e durante la manifestazione sportiva. Il venticinquenne era stato messo sotto controllo dalla polizia ucraina a dicembre, e secondo le autorità francesi non aveva legami con gruppi terroristici. Ma non sono solo i lupi solitari a preoccupare Parigi. Il settimanale Point ha pubblicato domenica notizie inquietanti sulla situazione dei dispositivi di sicurezza in Francia: la Dgsi (l’intelligence interna) ha passato al setaccio i profili di 3.500 dipendenti delle società chiamate a garantire la sicurezza durante la competizione, scoprendo fra questi 82 individui schedati “S”, quasi tutti per radicalizzazione islamica. La scoperta della Dgsi è stata possibile grazie al database confidenziale “Cristina” (Centralisation du renseignement intérieur pour la sécurité du territoire et des intérêts nationaux), che raggruppa tutti gli individui suscettibili di rappresentare una seria minaccia per la sicurezza dello stato. Fra gli 82 schedati figurano persone sorvegliate dai servizi per implicazione con frange violente della sinistra e della destra radicali, ma la maggior parte è nel database “Cristina” per vicinanza alla jihadosfera francese.
Dal gennaio 2015, da quando cioè gli attentati di Charlie Hebdo e del supermercato kosher Hyper Cacher hanno amplificato in Francia la minaccia del jihad globale, i francesi sentono incessantemente parlare di “fiche ‘S’”, che sta per Sûreté de l’Etat. I fratelli Kouachi, autori della strage di Charlie Hebdo, erano schedati “S”, così come il loro complice, Amedy Coulibaly, Mohammed Merah, l’attentatore di Tolosa, e tutti i membri francesi del commando del Bataclan. Esistono vari gradi di pericolosità, sedici in tutto, e molti finiscono nella schedatura “S” anche “solo” per una stretta di mano con un altro individuo già presente nel database. Tuttavia, sapere che tra le persone che dovrebbero garantire la sicurezza di Euro 2016 siano presenti simpatizzanti dell’islam radicale, infiltrati, complici, e nel peggiore dei casi potenziali terroristi non può lasciare indifferenti. I media parigini accusano la scarsa vigilanza e la superficialità con la quale queste società hanno scelto i loro dipendenti. Il dispositivo di sicurezza annunciato dal ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve prevede il dispiegamento di 90.000 agenti, 77.000 tra poliziotti e gendarmi e 13.000 agenti privati. Numeri importanti che però non possono scongiurare al 100 per cento la minaccia terroristica. “Il rischio zero non esiste”, dicono a Parigi tutti gli esperti dell’antiterrorismo. Esperti che manifestano le loro principali inquietudini per le fan-zone installate nelle città che ospiteranno le partite. A Parigi, lo spazio per i tifosi predisposto davanti alla Torre Eiffel suscita le maggiori preoccupazioni, al punto che Securitas, società numero uno della sicurezza privata in Francia, avrebbe rifiutato di occuparsi della fan-zone perché il dossier è giudicato “troppo complicato”.