E' quasi referendum
Tutti avevano una rosa bianca, ieri nel Parlamento inglese, per l’ultimo saluto a Jo Cox, la parlamentare laburista uccisa giovedì scorso da Tommy Mair, l’uomo che non ha nemmeno dichiarato il suo nome in tribunale per dire soltanto: “Morte ai traditori, libertà al Regno Unito”. Sul posto vuoto di Jo Cox c’era una rosa rossa, e mentre tutti si asciugavano le lacrime, il marito e i figli della Cox si tenevano la mano e assistevano dalla galleria all’ultimo saluto. La campagna referendaria inglese è ricominciata ma è difficile trovare l’equilibrio tra questo cordoglio unito e l’ostilità tra i sostenitori del “remain” e quelli del “leave”, e anche all’interno dello stesso campo del “leave”. Le divisioni ideologiche tra i sostenitori della Brexit, liberali vs nazionalisti, sono sempre più evidenti: ieri una vignetta sul Times sintetizzava perfettamente la frattura. C’è un camion elettorale, con il famigerato poster prodotto dagli indipendentisti di Nigel Farage in cui si vede una colonna di rifugiati siriani in cammino verso l’Europa e la scritta “Breaking Point” (il poster è vero, non è la vignetta). A guidare il camion, che salta da un burrone, ci sono i leader del “leave”, l’ex sindaco Boris Johnson, il ministro della Giustizia Michael Gove e Farage. Guida Farage, gli altri due sono appesi davanti, e grida: “Sto riprendendo il controllo!”.
A scatenare l’ultima faida è stata la quieta baronessa Warsi, copresidente dei Tory, che era a favore della Brexit e ora sostiene il “remain” perché è rimasta disgustata dalla “xenofobia” della campagna del “leave”. La baronessa ha fatto riferimento al poster di Farage, e anche Gove ha confessato “un tremito” alla vista dello spot, però i sostenitori della Brexit replicano: ma chi lo sapeva che la Warsi era con noi? I sondaggi danno di nuovo una parità tra i due campi, la sterlina ha guadagnato valore, l’Ue è entrata in modalità bipolare, un po’ dice vi prego inglesi non fate scemenze e un po’ assicura: sappiamo già cosa fare se vince la Brexit. Politico ha raccontato che l’europarlamentare lituano Antanas Guoga, ex campione di poker (nickname Tony G.), ha scritto a Farage dicendogli: scommetto un milione di euro sulla vittoria del “remain”, che andranno alla tua fondazione se vince la Brexit. Ancora Farage non ha risposto, ma le argomentazioni del pokerista sono: non vorrei veder brindare Putin e “non lasciate l’Europa alla Germania e alla Francia”.