Brexit, nessuno può bloccare la riforma dell'Ue
Oggi si vota, le profezie sul futuro del Regno Unito e nostro sono molte. Alcuni politici, esperti e giornalisti ci dicono come dovrebbe essere un’Ue che funziona, tra integrazione e risentimento
Oggi si vota nel Regno Unito al referendum sulla permanenza nell’Unione europea. In gioco non c’è soltanto lo status britannico ma il futuro di tutto il continente. Abbiamo chiesto ad alcuni esperti internazionali che cosa pensano di questa consultazione e soprattutto come immaginano, come sognano, un’Europa che funziona. Per alcuni la Brexit è un’opportunità anche per il continente, per altri un disastro, tutti dicono che è necessario, comunque vada, reagire in fretta. Ecco l'intervento di Gianni Pittella. Tutti gli altri interventi sono disponibili nel Foglio di oggi, che potete scaricare qui.
L’Europa con o senza Londra, meglio con, deve trovare la forza e il coraggio di riformarsi per non rischiare di scomparire. Per anni, la riforma dei trattati è stata un vero e proprio tabù. Se qualcosa di positivo ha portato la folle idea di Cameron di indire questo referendum è proprio la rottura di questo tabù. La prima convenzione è naufragata nel 2004. E’ tempo di resuscitarla per andare verso una nuova e maggiore integrazione europea. Proprio ora che l’Ue è ai minimi storici di consenso tra i cittadini europei?, si dirà. Esattamente. Questa Europa non funziona perché non è fatta per funzionare, frenata da mille veti incrociati degli stati. L’Italia si deve mettere alla testa di questo rivoluzionario balzo in avanti. Nessuno sarà forzato verso una maggiore integrazione, ma allo stesso modo nessuno può pensare di bloccare o imporre veti a chi invece crede in un’Europa unita e più forte sul fronte economico, fiscale e sicurezza. Non esiste alternativa. Lo status quo, il business as usual, equivale a una condanna a morte dell’Europa.
Gianni Pittella è il presidente del gruppo Socialisti&Democratici al Pe
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