Tutto è pronto per la candidatura di Macron (se è pronto lui)
Parigi. La salle de la Mutualité è il luogo per eccellenza dei grandi ressemblement politici della gauche. Per questo domani sera il ministro dell’Economia Emmanuel Macron, che sa bene quanto contano i simboli nella sinistra francese, ha deciso di riunirvi i suoi militanti e i suoi sostenitori, nel quadro del secondo grande meeting del movimento transpartitico da lui fondato: En Marche!. Dopo il 6 aprile, quando dalla sua Amiens diede il via alla marcia di separazione dal presidente François Hollande e dal premier Manuel Valls, quello di domani sarà il più importante appuntamento politico organizzato dal liberale di Bercy, e molti osservatori a Parigi sono convinti che sarà la serata dello strappo decisivo, dell’addio al governo, e forse, addirittura, dell’annuncio della sua candidatura all’Eliseo nel 2017. Gérard Collomb, sindaco di Lione e grande sponsor del giovane ministro in seno al Partito socialista, ha dichiarato al Point che Macron “entra ufficialmente in campagna”, pur rimanendo cauto sull’ipotesi di un abbandono dell’esecutivo in un momento così complicato. Il Canard Enchaîné, sempre beninformato, non ha invece dubbi: Macron approfitterà del palcoscenico della Mutualité per annunciare la sua dipartita dalla fortezza di Bercy e la sua corsa in solitaria (senza partecipare dunque alle primarie lanciate dal segretario del Ps Cambadélis, scelta che Macron ha recentemente liquidato come “prova di una leadership debole”). Ma il presidente e fondatore di En Marche!, domani, potrebbe anche solo presentare in maniera più dettagliata la sua offerta politica.
“È un meeting per organizzare le nostre truppe, per ispirare e dare una visione”, ha spiegato Arnaud Leroy, deputato Ps e fedelissimo di Macron al Palais Bourbon. “Ma anche per fissare le prossime scadenze”, ha aggiunto un responsabile di En Marche!. Secondo le testimonianze dei “marcheurs”, i giovani macroniani che da tre mesi solcano le strade di Francia per diffondere il progetto del loro punto di riferimento politico, Macron prenderà la parola per un discorso di quaranticinque minuti, davanti a una platea di più duemila persone. Il suo entourage ha sottolineato di aver voluto organizzare questo rendez-vous politico il 12 luglio per lasciare un segno negli animi dei francesi prima della tregua estiva, e prima di una rentrée politica, a settembre, che si annuncia a dir poco animata.
All’Opinion, che assieme all’Express è il giornale più vicino per prossimità d’idee al ministro dell’Economia, sono convinti che Macron potrebbe sciogliere la riserva già domani sera, dato che non c’è più alcun dubbio sulla sua determinazione a presentarsi nel 2017. “Macron mostra i muscoli prima dell’estate”, titola in prima pagina quotidiano liberale parigino. E molti indizi vanno effettivamente nel senso di una rupture: la pressione mediatica creata dal suo entourage prima del meeting, alla stregua di quanto fatto per il 6 aprile a Amiens, quando annunciò la fondazione di En Marche!; la decisione di organizzare il raduno alla Mutualité a due giorni dal discorso di François Hollande del 14 luglio, per dare un segnale forte; le ripetute stoccate dei suoi colleghi dell’esecutivo, con Matthias Fekl, segretario di stato per il Commercio estero, che la scorsa settimana ha parlato apertamente di un “problema Macron”, perché “non si può essere dentro e fuori”, “bisogna chiarificare le cose”. Secondo il sindaco di Lione Collomb, la scelta migliore è quella di aspettare che si svolgano le primarie, perché “nel caso in cui Hollande all’indomani dei risultati non riuscisse a decollare nei sondaggi, come è probabile, Emmanuel Macron avrebbe un boulevard davanti a sé per le presidenziali”. Un boulevard che sta trovando spazio anche al centro dello scacchiere politico francese. Il Canard Enchaîné, la scorsa settimana, ha rivelato che Macron ha incontrato a più riprese e “discretamente” Jean-Louis Borloo, leader di centristi dell’Udi, per mettere le basi di una futura grosse koalition nel 2017. Giovedì scorso, in occasione della cerimonia nazionale per il compianto leader della gauche Michel Rocard, a nessuno è sfuggito che il ministro dell’Economia si è intrattenuto lungamente con il presidente dei Républicains Nicolas Sarkozy.