Macron lancia la sfida alla sinistra conservatrice, ma abbozza ancora sulla corsa all'Eliseo
In una convention molto attesa il ministro francese dell’Economia e fondatore di En Marche! non ha ancora pronunciato il tradizionale “je serai candidat” e non ha ancora annunciato la sua dipartita dal governo, ma prepara la strada per la candidatura e per lo scontro con Valls.
Parigi. “Prenderemo tutti i rischi, e li prenderò con voi. Questo è il movimento della speranza, lo porteremo assieme fino al 2017 e fino alla vittoria”. E’ iniziata ieri, alla Mutualité a Parigi, la lunga marcia di Macron verso l’Eliseo, anche se il ministro dell’Economia e fondatore di En Marche! non ha ancora pronunciato il tradizionale “je serai candidat” e non ha ancora annunciato la sua dipartita. Per ora, certo, resta un “semi-candidat”, come scrive il Figaro, ma il punto di rupture con l’esecutivo è lì a due passi e non ci sono più dubbi sulle sue ambizioni presidenziali.
“Stiamo cominciando a scrivere una nuova storia (...) Immaginatevi dove saremo fra tre mesi, fra sei mesi, fra un anno!”, ha detto il liberale di Bercy ai tremila invitati al secondo grande meeting del suo movimento transpartitico. Nella sala che è stata la culla di storici raduni della gauche francese fioccavano ieri i “Macron Président!”, mentre all’esterno sindacalisti, gruppi dell’ultrasinistra e alcuni reduci di Nuit Debout intonavano slogan contro il banchiere-borghese-capitalista di Bercy, davanti alla polizia schierata ieri in assetto antisommossa.
Le ostilità contro il ministro dell’Economia erano state aperte nel pomeriggio da quello che oggi è a tutti gli effetti uno dei suoi principali rivali, il primo ministro, Manuel Valls, che interrogato in Senato sul raduno di Macron non ha nascosto il suo fastidio: “Bisogna che tutto questo finisca”. E questo prima ancora di sentire il ministro dell’Economia moltiplicare le provocazioni e le frecciatine nei suoi confronti. “Non ci si appropria di Michel Rocard, alcune persone ci hanno provato. Non ci sono riuscite (il riferimento è a Valls, ndr). Coraggio a quelli che vogliono farlo ora”, ha detto Macron facendo alzare in piedi la sala per applaudire la moglie dell’ex primo ministro di François Mitterand, Sylvie Rocard, presente ieri sera. In seguito, Macron ha rincarato la dose contro il capo del governo, senza citarlo, ma criticando tutti coloro che come lui vogliono “cacciare il velo dall’università”. “Non credo siano necessarie delle nuove norme”, ha dichiarato Macron, andando contro la posizione di Valls che ha recentemente manifestato la sua idea di estendere l’interdizione del velo anche all’università. Evidentemente contrariato per le molte bordate, oggi, il giorno dopo il discorso, Valls ha apertamente accusato Macron di “cedere alle sirene del populismo”.
Il capo di stato, François Hollande, è stato relativamente risparmiato dal leader di En Marche!, nonostante non siano mancate le critiche aspre al bilancio del quinquennato durante il suo discorso. “Il nostro paese è consumato dalle promesse non mantenute”, è necessaria “una rifondazione della nostra ideologia e della nostra avventura collettiva”, “il nostro sistema e le nostre istituzioni non sono più all’altezza della Francia”, “ho visto molta forza di volontà e abnegazione” ma anche “le difficoltà e i blocchi”, ha incalzato Macron, interrotto ogni tre frasi dagli applausi di una folla, con molti giovani e personalità del beau monde parigino tra cui lo scrittore Alexandre Jardin.
E ancora: “Ho constatato a che punto il sistema non voleva cambiare. Non sono riuscito a fare alcune cose. Ho riconosciuto i miei errori. Ho constatato le lungaggini del sistema, per prendere le decisioni e far votare le leggi”. Per questo Macron invoca un nuovo progetto di società, un progetto capace di “riunire tutti i progressisti attorno alla stessa visione della Francia”, “una Francia riconciliata”. Parole di unità e di speranza, perché nessuno deve sentirsi escluso per le proprie convinzioni e idee politiche. “Voglio riunire persone di sinistra e completamente di sinistra, di centro e completamente di centro, di destra e completamente di destra”, “un rassemblement di progressisti capace di prendere le decisioni coraggiose di cui questo paese ha bisogno”, ha detto Macron. Prima di definirsi pienamente “di sinistra”. “Sono di sinistra. E’ la mia storia. E’ la mia famiglia”, ma “una parte della mia famiglia ha paura di un mondo che cambia”.
Lo show di Macron ha infastidito alcuni suoi compagni, come Anne Hidalgo, che ha definito il ministro dell’Economia, “caricatura di un sistema di riproduzione delle élite”, e il ministro della Giustizia, Jean-Jacques Urvoas: “Quando si è ministro si agisce, non si parla al futuro e non si guarda al passato”. Provate solo a immaginare quale possa essere stato il clima, questa mattina, durante il Consiglio dei ministri.