Palazzo Chigi. Esposta la bandiera francese a mezz'asta dopo la strage di Nizza

Quella bandiera francese a Palazzo Chigi e l'Europa scristianizzata, alla ricerca di simboli comuni

Antonio Gurrado
Che ci fa il tricolore francese a mezz'asta su Palazzo Chigi? Il governo italiano ha scelto di esporlo, seguendo l'esempio del palazzo della Regione Emilia Romagna, e capirne la scelta serve a capire il perché della nostra ambivalenza.

Che ci fa il tricolore francese a mezz'asta su Palazzo Chigi? Il governo italiano ha scelto di esporlo, seguendo l'esempio del palazzo della Regione Emilia Romagna, e capirne la scelta serve a capire il perché della nostra ambivalenza. Dopo ogni attentato ci sentiamo vicini e assimilabili alla nazione colpita, al punto da abbracciare il suo dolore come nostro; qualcosa però ci mantiene comunque distinti da essa, tanto che per esprimere la nostra partecipazione dobbiamo ricorrere a un simbolo estraneo. Riteniamo istintivamente necessario mimetizzarci nell'identità dell'altra nazione anziché in qualcosa che identifichi lei e noi allo stesso modo.

 

Credo sia riduttivo, stavolta, ascrivere la scelta di Palazzo Chigi alla consolidata passione italiana per le bandiere altrui. Si tratta piuttosto di ammettere che manca un simbolo comune in cui rinsaldare la nostra identità oltre i confini: la bandiera dell'Unione Europea – che pure c'è, esposta sul pennone tanto a Roma quanto a Bologna – evidentemente è inadeguata, se per testimoniare la condivisione della sofferenza ci sentiamo in dovere di integrarla con la bandiera della nazione colpita. Ora che Hollande alfine s'è persuaso a parlare apertamente di terrorismo islamista, un segno identificativo comune potrebbe essere la croce, stante che i terroristi islamici mirano a colpire nazioni e individui cristiani. Nella croce possiamo specchiarci da secoli noi come i francesi, in assenza di un vessillo dell'occidente libero; ma nessun governo oserebbe esporla perché ormai siamo cristiani soltanto nell'immaginazione dei terroristi, fervida e sanguinolenta.

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