Tra terrorismo islamico e attentati in Francia un depresso c'è, ed è Hollande
Il presidente francese s’aggira come uno zombi tra una strage e l’altra: pensa che siccome è il presidente deve farsi vedere triste, e fa davvero paura. Deve mostrarsi più cadavere dei cadaveri dei morti, ma questa mise non cambia per niente la scarsissima considerazione di cui gode.
C’è qualcuno che paga qualcun altro affinché uccida un altro ancora. Ecco il sicariato, nei secoli in voga presso tutti i popoli, alcuni in particolare. L’offerta è sempre stata varia: denaro, stupri di ragazze rapite, a volte basta un’occhiata benevola del committente per riempire d’orgoglio, e di odio. I mandanti si mettono in osservazione e quando il crimine va in porto si fregano le mani tutti contenti. Una vecchia storia che continua nei secoli, non c’è granché da stupirsi né da tirare in ballo infanzie depresse o maturità incerte. Il problema piuttosto è come togliere di mezzo i committenti alacri e avidi di sangue, una volta tagliato questo filo sarà più semplice addomesticare e portare alla tranquillità anche i sicari, privati di ogni ricompensa; non solo non avranno i quattrini e il resto, ma neanche avranno più la voglia, perché un califfo che viene fatto fuori non suscita molto entusiasmo e un Allah sconfitto men che meno. Si tratta quindi di distruggere le teste dell’Idra come ben sapevano gli antichi e come fingono di non sapere i giornali e gli psicoanalisti che s’imbrodano nel cercare la ragione profonda e misterica delle miserabili gesta. C’è un tornaconto nell’uccisione, sempre. Allah, il Corano e compagnia bella sono solo pretesti per divertirsi da parte di giovanotti nullafacenti in cerca di emozioni; quante volte in Europa hanno sfilato gli uni contro gli altri, prendiamo ad esempio la Spagna degli anni Trenta, dove si scannavano a piacimento. Erano pazzi? Certo euforici, come i soldatini viennesi che ben volentieri lasciavano le fidanzate per correre a morire al fronte, scandalizzando Freud: disgraziati, così trattate le fanciulle? In ogni momento, epoca e circostanza trovate sempre l’occasione di sfuggire alle loro carezze per andare a fottervi l’un l’altro!
L’unico depresso è Hollande, che s’aggira come uno zombi tra una strage e l’altra: pensa che siccome è il presidente deve farsi vedere triste, e fa davvero paura. Deve mostrarsi più cadavere dei cadaveri dei morti, ma questa mise non cambia per niente la scarsissima considerazione di cui gode, anzi, la fa precipitare ancora di più, senza fine. Quale cura per lui? Le donne? Mi sembra che abbia fatto cilecca anche lì, se no sarebbe ben più arzillo. Altro che il pericolo Le Pen paventato da Bernardo Valli, qui c’è il pericolo Hollande, che faccia crepare tutti i francesi di tristezza; ha un bel dire: à la guerre! chi andrebbe alla guerra con uno così? Hollande contagia, lui sì psicotizza, inoculando nei francesi una sensazione d’impotenza. Tanta è la fifa francese che lo sgozzamento di un prete di 84 anni in chiesa suscita uno spavento e un orrore indicibile che paralizza. Quando mai? I preti non temono la morte, sprezzantemente il papato si rifiuta di mettere soldati davanti alle chiese e agli istituti religiosi, onore a Père Hamel, morte più bella non c’è dell’offrirsi sull’altare a Dio. Si onori questa nobile morte con un ritrovato coraggio e una coraggiosa seppur dolorosa ammissione: gli orientali per lo più non ci vogliono bene. Forse ne abbiamo combinate troppe, a suo tempo, ma poi siamo stati generosi. Troppo e male. Assentandosi troppo sbrigativamente dal controllo dell’Oriente gli europei hanno commesso un delitto. Questo loro insistere nel volerci male è però davvero antipatico, speriamo che passi col tempo, ma ce ne vorrà. Intanto corriamo ai ripari. Occorre stanare i draghi, di cui peraltro nel caso dell’Isis è manifesto il loco, e solo la pigrizia, il timore, il tornaconto rimandano la sua distruzione. Distrutti i draghi è distrutto tutto il male? Certo che no, i draghi ricrescono con tutto un bagaglio di porcate per la testa, cinta da elucubrazioni filosofiche di intellettuali che ben conosciamo.
Parigi, minuto di silenzio per le vittime della strage di Nizza. Hollande e il ministro dell'Interno Cazeneuve (foto LaPresse)
Può la profanazione della Chiesa essere il primo segnale di uno scatenamento generale dell’isis in Europa? Può essere, può essere tutto, un fuoco di paglia, un fuoco fatuo o un incendio indomabile. Impossibile pronosticare eppure ci proviamo, tutti noi allenatori di squadre di calcio suggeriamo la formazione e pregustiamo le vittorie sul campo dell’onore, finché si scopre che i rigorosi rigoristi danzucchiano come effeminati burloni. Anche le mie osservazioni, naturalmente, sono campate per aria, eppure in qualsiasi nostra parola, purché dettata da un misterioso sentimento, c’è del vero. Purché non si pretenda di dire la verità; per quella non basta neppure Nostro Signore, per Sua e nostra fortuna.