Maurice Dantec (foto LaPresse)

“L'Europa sarà cristiana o non sarà”. L'ultimo scritto di Maurice Dantec

Giulio Meotti
“Ho visto il futuro mentre il sole scendeva su Sarajevo”

Roma. Maurice Dantec è morto due mesi fa nella sua casa di Montreal, dove viveva con la moglie Sylvie e la figlia Eva, per un attacco cardiaco a 57 anni. Negli ultimi venti, Dantec aveva scelto il Quebec, stufo della “decadenza dell’Europa”. La sua “Sirena rossa”, pubblicato nel 1992, aveva scosso le lettere francesi, facendo di Dantec un autore di culto. Nell’ultrasensibile mondo dell’editoria francese, Dantec fu una bomba. Il suo ultimo scritto risale al 28 giugno 2003 e lo ha appena ripubblicato il mensile Causeur di Elisabeth Levy. Dantec gli aveva affidato le sue idee sul destino del vecchio continente.

 

“Ho visto il futuro dell’Europa, una sera, mentre il sole scendeva su Sarajevo in un maestoso silenzio. E’ stato bello come un mondo che stava crollando sotto il proprio peso. Un buco nero. Avevo le lacrime agli occhi”. Inizia così uno degli ultimi scritti di Dantec, che se la prende con il “pacifismo democratico” e le “vecchie arpie del bolscevismo” che vogliono “inchiodare l’Europa alla bara della storia”. Dantec sosteneva che “ci sono diversi metodi per uccidere una civiltà. Uno di questi e dei migliori è quello di farti ammalare e poi farti credere che ti sei salvato, quando la medicina somministrata in realtà è un brutto veleno”. Sì, ho visto il futuro dell’Europa, scriveva Dantec: “Una grande area liberal-socialista, senza alcuna sovranità politica, tanto meno religiosa, senza il minimo di storia. Oh, posso già sentire le voci nasali degli ordini di giornalisti che vengono a piagnucolare alle mie orecchie: ‘fascista’, ‘Cassandra’, ‘Bushista’ così via, perché alla feccia di sinistra al potere da venti anni non piace che gli vengano ricordati i loro crimini, le loro bugie, i loro errori, per non parlare di quelli che si sta preparando a commettere”.

 

Per Dantec, l’Europa era morta con la Carta di Nizza che aveva per prima espunto le radici giudaico-cristiane dell’Europa dalla sua mai approvata costituzione. “Venticinque secoli di storia europea stanno morendo ai piedi della burocrazia di Bruxelles, mentre noi cerchiamo di rimuovere qualsiasi riferimento alla civiltà cristiana in quella che dovrebbe essere la Carta del futuro cittadino della Nuova Unione”. Sì, ho visto il futuro dell’Europa e “quello dei Borgia e delle guerre di religione faranno una magra figura accanto al grande processo implosivo che attende il continente che volta le spalle a se stesso, all’occidente, al cristianesimo, alla libertà”. Nello stile del protagonista dei romanzi di Dantec, il malinconico Hugo Cornélius Toorop, che si era dato una regola precisa: “Mai camminare nel senso del vento”.

Di più su questi argomenti:
  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.