Donald Trump (foto LaPresse)

Da Gawker a Trump, Hollywood e politica hanno un avvocato bipartisan

Eugenio Cau
Tutti i casi che hanno reso celebre Charles Harder, l'avvocato che è riuscito a posizionandosi perfettamente in quell’intersezione tra spettacolo, media e politica che negli ultimi tempi domina il dibattito pubblico americano.

Roma. Per un avvocato, finire tre volte in un mese sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo per tre cause diverse è un primato anche se i tuoi clienti sono star di Hollywood e big dei media americani. Charles Harder, quarantaseienne di Beverly Hills, c’è riuscito posizionandosi perfettamente in quell’intersezione tra spettacolo, media e politica che negli ultimi tempi domina il dibattito pubblico americano. Quando quest’estate è scoppiato il caso Gawker, la cattivissima pubblicazione di gossip e notizie messa in ginocchio e costretta a chiudere da una causa multimilionaria intentata dopo la pubblicazione di un filmino porno dell’ex wrestler Hulk Hogan, in pochi hanno notato il nome di Harder, che grazie agli uffici e agli assegni del miliardario conservatore Peter Thiel ha orchestrato con maestria l’abbattimento di un pezzo della storia del giornalismo digitale.

 

Il polverone non si era ancora posato che Harder tornava nelle cronache perché assoldato questa volta da Melania Trump, la moglie del candidato repubblicano alla Casa Bianca, ancora una volta per attaccare un giornale, il britannico Daily Mail, secondo cui l’aspirante first lady in gioventù aveva lavorato come prostituta d’alto bordo. L’avvocato ha inviato al Mail lettere in cui si minacciano azioni legali, e anche in questo caso il risarcimento ipotizzato è spropositato: 150 milioni di dollari. Ieri, infine, i giornali davano notizia che Harder sarebbe stato assunto anche da Roger Ailes, ex potentissimo capo di Fox News, per far causa questa volta al New York Magazine dopo certi articoli particolarmente duri sullo scandalo di molestie sessuali che ha investito Ailes in questi mesi e portato alle sue dimissioni da Fox. Harder avrebbe già contattato la redazione del New York Magazine, ma questa volta la causa rischia di nascere morta: Fox ha raggiunto ieri un patteggiamento legale per pagare 20 milioni di dollari a Gretchen Carlson, l’ex conduttrice che per prima ha accusato Ailes di molestie, e secondo Vanity Fair, che ha fatto lo scoop, Ailes presto farà “scuse senza precedenti” alle vittime dello scandalo.

 

Aggiungiamo che Harder è anche l’avvocato di Clint Eastwood, che il mese scorso ha fatto uno dei più celebri endorsement a Donald Trump, e uno immagina di aver trovato un pattern, un avvocato organico – Thiel sostiene Trump e ha parlato alla convention repubblicana, Ailes prepara il candidato per i dibattiti. Ma Charles Harder, squalo del foro, è la dimostrazione vivente che quando certi interessi sono in gioco, le celebri divisioni di Hollywood tra liberal e conservatori e le alte istanze di principio degli artisti impegnati si azzerano. Harder, da avvocato specializzato in cause di “libel”, diffamazione, aveva già affrontato Gawker, come ha raccontato il New York Times, per difendere Lena Dunham, attrice, autrice e grande sostenitrice di Hillary Clinton e delle cause liberal. (Harder, per altro, è a capo di altre due cause intentate da soggetti sconosciuti ancora contro articoli pubblicati da Gawker).

 

Un altro paladino di cause liberal e pacifiste, George Clooney, si è avvalso dei servizi di Harder, così come Julia Roberts, Sandra Bullock, Michelle Pfeiffer, Bradley Cooper e molti altri. Harder, che solo da qualche tempo si è messo in proprio e ha aperto uno studio a Rodeo Drive in parte grazie alla notorietà del caso Gawker, è diventato un piccolo “power player”, apprezzato tanto dal clan Trump quanto dal gotha liberal di Hollywood. A questo punto, semmai, il pattern diventa l’intersecarsi tra mondo della politica e mondo dello spettacolo, che nella figura di Charles Harder trova un interprete perfetto e bipartisan.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.