Altro che gun control, tutte le stragi evitate negli Stati Uniti dai cittadini armati
La sera di sabato in Minnesota un ragazzo di origini somale, Dahir Adan, ha accoltellato nove persone invocando Allah. Come riportato nell'editoriale di martedì sul Foglio, la conta delle vittime non è stata superiore grazie all'intervento di Jason Falconer, che ha sparato ad Adan, uccidendolo. Il suo intervento ha dato la possibilità di esaminare un caso spesso sollevato nell'annoso dibattito sull'accesso alle armi da fuoco negli Stati Uniti. Molti oppositori del gun control sostengono infatti che le leggi che consentono ai detentori di porto d'armi di girare con armi occultate, il cosiddetto concealed carry, aiutino a prevenire i crimini. Gli oppositori affermano il contrario, chiedendo esempi a suffragio di tale ipotesi. Sul Washington Post, solo un anno fa Eugene Volokh ha stilato un decalogo di circostanze. Volokh ammette che gli esempi spesso passano sottotraccia, ma ha avuto cura di stilare la lista, escludendo "le stragi fermate da persone che erano poliziotti fuori servizio", e includendo solo quelle che coinvolgevano privati cittadini con regolare porto d'armi e autorizzazione al concealed carry.
Nel primo caso, "a Chicago quest’anno un conducente di Uber ha sparato e ferito un uomo, Everardo Custodio, che stava aprendo il fuoco contro un gruppo di persone". Nel secondo caso, sempre nel 2015, "in un barbiere a Philadelphia, Warren Edwards ha aperto il fuoco sui clienti e il titolare dopo una discussione. Uno dei clienti gli ha sparato, fermandolo". Un capitano di polizia ha dichiarato alla stampa che l’uomo ha salvato la vita a parecchie persone. Nel terzo caso, "in un ospedale vicino a Philadelphia nel 2014, Richard Plotts ha sparato e ucciso l’assistente sociale psichiatrica con cui stava svolgendo la terapia e ha ferito il suo psichiatra, Lee Silverman. Silverman reagì sparando e uccidendo Plotts". Lo sparatore aveva 39 cartucce con se, e il procuratore distrettuale ha affermato che se il medico non avesse avuto e utilizzato l’arma sarebbe morto assieme a parecchi altri.
Nel quarto caso, "a Plymouth nel 2012, William Allabaugh ha ucciso un uomo e ferito un altro dopo una lite in un locale. Allabaugh poi si diresse verso il titolare e Mark Ktytor, puntandogli l’arma contro. Ktytor, che era armato, gli sparò". Visualizzando i video di sicurezza, l’assistente procuratore Jarret Ferentino poté affermare che se Ktytor non avesse agito, "le cose sarebbero andate molto peggio". Nel quinto caso, "vicino Spartanburg nel 2012, Jesse Gates entrò nella sua chiesa armato di fucile dando un calcio alla porta". Tuttavia, uno dei fedeli, "Aaron Guyton, estrasse l’arma che portava con se e gliela puntò contro, permettendo ad altri parrocchiani di disarmare l’uomo". Volokh ammette che questo sia un caso speciale, in quanto nessuno rimase ferito nell'incidente.
Nel sesto caso, "ad Atlanta nel 2009, Calvin Lavant e Jamal Hill entrarono in un’appartamento e costrinsero tutti a sdraiarsi al suolo. Dopo aver sottratto diversi oggetti di valore, e aver separato uomini e donne, affermarono di voler stuprare le donne e poi uccidere tutti. Il marine Sean Barner, che era in borghese, prese l’arma che deteneva da privato e sparò a Hill, prima di colpire a morte Lavant". Nonostante il fatto che nella sparatoria Barner e una donna rimasero feriti, non ci sono dubbi che l'intervento del marine evitò la stupro e l'omicidio dei presenti. Nel settimo caso, "a Winnemucca, nel 2008, Ernesto Villagomez uccise due persone e ne ferì altre due in un locale affollato da trecento avventori. Un cliente sparò e uccise Villagomez". Non è chiaro se l’uomo avesse intenzione di commettere altri omicidi, in quanto i quattro colpi erano stati esplosi dopo una lite familiare. Nell'ottavo caso, "a Colorado Springs nel 2007, Matthew Murray uccise quattro persone in una chiesa. Jeanne Assam, volontaria della sicurezza e ex-poliziotta, non più in servizio da dieci anni, gli sparò. Murray si suicidò prima di venire arrestato". Murray aveva con se mille proiettili inesplosi, più che sufficienti a compiere un eccidio.
Nel nono caso, "a Edinboro nel 1998, il quattordicenne Andrew Wurst sparò e uccise un insegnante, per poi ferire altri quattro studenti a una festa scolastica. Uscito dal locale, fu fermato dal proprietario, che aveva recuperato il proprio fucile da casa". Anche in questo caso, è probabile che l'omicida avesse intenzione di colpire ancora. Nell'ultimo caso presentato, "a Pearl nel 1997 il sedicenne Luke Woodham accoltellò e uccise di botte la madre, prima di uccidere due studenti e ferirne altri sette a scuola con una pistola. Mentre lasciava la scuola, fu fermato dal vice-preside Joel Myrick, che aveva recuperato la propria arma dalla macchina". Myrick era un riservista dell’esercito e membro della guardia nazionale, ma era fuori servizio e agiva con un'arma detenuta da privato cittadino. Volokh conclude ricordando che, "gli omicidi di massa negli Stati Uniti causano l'1 per cento delle vittime di armi da fuoco ogni anno", e che quindi non dovrebbero essere il punto centrale del dibattito sulle armi negli Stati Uniti.