Roma sorpassa Atene nell'accoglienza ai migranti irregolari
Renzi chiede all'Ue di tagliare i fondi ai paesi che non accolgono i profughi mentre Bruxelles studia nuovi accordi bilaterali con i paesi africani sul modello dell'intesa stretta con Turchia e Afghanistan.
L'Italia ha ormai superato la Grecia come paese europeo che accoglie il numero più elevato di migranti irregolari. Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr), oltre 144 mila persone hanno raggiunto il nostro paese da gennaio a ottobre del 2016. Per farsi un'idea delle proporzioni, in tutto il 2015 erano stati 154 mila i migranti che avevano attraversato il Mediterraneo per sbarcare sulle coste italiane. Di contro, l'Unhcr dice che il numero degli arrivi in Grecia è diminuito in modo consistente, segno che nonostante il colpo di stato in Turchia dello scorso 15 luglio e i successivi attriti diplomatici con l'Unione europea, l'accordo con Ankara sui rimpatri sta dando i risultati sperati da Bruxelles.
"In termini di immigrazione irregolare oggi l'Italia è il primo stato membro", ha detto Fabrice Leggeri, capo della nuova Agenzia frontaliera e costiera dell'Ue che da qualche giorno ha preso il posto di Frontex. Leggeri potrà contare su 1.000 uomini entro il 2020 con un budget di 320 milioni di euro, il doppio rispetto a quanto stanziato dagli stati membri dell'Ue per Frontex. Altri 1.500 agenti compongono una forza supplementare che può essere attivata in tempi rapidi in caso di emergenze. Il largo consenso raggiunto tra i paesi europei per l'istituzione della nuova agenzia frontaliera potrebbe essere un segnale positivo per l'Italia che, per bocca del premier Matteo Renzi, ha invocato più volte la necessità di rispondere alla crisi migratoria in modo condiviso tra tutti i paesi europei.
Ma per Roma lo sforzo finora compiuto dai 28 resta insufficiente: dei 40 mila migranti che dovevano essere trasferiti dall'Italia verso gli altri stati dell'Ue, solo 1.300 hanno lasciato il nostro paese. Ragion per cui mercoledì Renzi è tornato a usare toni critici nei confronti di quei governi, soprattutto dell'Europa orientale, che rifiutano di accogliere i migranti: "E' necessario che l'Italia si faccia promotrice di una posizione molto dura nei confronti di quei paesi che hanno ricevuto molti soldi per il rilancio dei loro territori in virtù della loro appartenenza al blocco (europeo, ndr), che in questa fase si stanno smarcando dai propri impegni assunti di ricollocazione degli immigrati", ha detto Renzi alla Camera dei deputati.
Il 90 per cento di coloro che sbarcano sulle coste italiane parte dalla Libia, paese frammentato e nel pieno di una guerra civile, ma da tempo, tra i punti di partenza prediletti dai trafficanti di esseri umani, si è aggiunto l'Egitto. Secondo un funzionario dell'Ue sentito recentemente dall'agenzia Reuters, i migranti vengono stipati sempre più numerosi su imbarcazioni sempre più vecchie e malandate, totalmente inadeguate a compiere la lunga traversata. La missione di soccorso navale "Sophia", sponsorizzata dall'Ue, garantisce ai trafficanti che, una volta abbandonate le coste libiche, qualche unità di soccorso intercetterà l'imbarcazione: "Ora devono navigare solo per poco tempo prima di chiamare i soccorsi. Così raccogliamo un maggior numero di migranti rispetto a prima e li portiamo in Italia", ha detto il funzionario.
Il numero dei migranti economici sbarcati in Italia è elevato e, secondo i dati forniti dal ministero dell'Interno italiano, l'asilo è stato negato a oltre 4 mila richiedenti che in teoria avrebbero dovuto essere rimpatriati. In realtà ciò avviene piuttosto raramente in quanto la firma di accordi bilaterali tra l'Ue e i paesi africani procede a rilento. Nonostante le smentite formali di Bruxelles, secondo cui non esiste alcun "Migration compact" in agenda, gli accordi già sottoscritti con Turchia e Afghanistan dimostrano che l'Ue intende velocizzare anche sul fronte dei rimpatri. Oltre alla cancelliera tedesca Angela Merkel, reduce da un tour africano in Etiopia, Mali e Niger in cui ha promesso aiuti militari ed economici, anche il Commissario europeo per l'immigrazione, Dimitri Avramopulos, ha annunciato di avere in programma un viaggio in Mali e Senegal per convincere i governi dei paesi di partenza a "trattenere" i migranti in cambio di investimenti e aiuti allo sviluppo. Oltre al piano di sviluppo e investimenti per l'Africa già stanziato dall'Ue e pari a 88 miliardi di euro, Bruxelles è in procinto di avviare negoziati bilaterali per i rimpatri verso Nigeria, Niger ed Etiopia, tutti punti di partenza o di transito dei richiedenti asilo.