Esclusiva del Foglio
La Corte dell'Aia incontra le famiglie dei terroristi palestinesi
Roma. Una delegazione della Corte penale internazionale ha visitato Israele (5-7 ottobre) e l’Autorità Nazionale Palestinese (8-9 ottobre). La delegazione, guidata da Emeric Rogier e composta da cinque giudici, era in visita ufficiale da parte della Corte dell’Aia, che sta valutando procedimenti a carico di Israele nel contesto di un’indagine preliminare per “crimini di guerra” dopo i ricorsi palestinesi contro l’operazione israeliana a Gaza nel 2014 e le costruzioni degli insediamenti ebraici in Cisgiordania. Fonti della Corte dell’Aia rivelano al Foglio che la delegazione della Corte ha espresso sostegno per le famiglie dei terroristi palestinesi in un incontro tenuto segreto.
Durante la visita all’Autorità Palestinese, la delegazione ha incontrato alcuni alti esponenti dell’Anp, tra i quali Saeb Erekat, che hanno incalzato la Corte a procedere con l’incriminazione di Israele per crimini di guerra. Di ritorno all’Aia, una fonte interna alla Corte ha rivelato al Foglio che la delegazione “ha minato la propria obiettività”, in quanto ha rifiutato di incontrare degli accademici israeliani per via delle pressioni palestinesi che mirano al boicottaggio israeliano. E soprattutto alla luce del fatto che la delegazione ha incontrato in segreto le famiglie di terroristi palestinesi che hanno compiuto atti violenti contro civili israeliani. L’incontro si è svolto negli uffici dell’Anp a Ramallah, dove sono giunti i rappresentanti delle famiglie di Hamas “con sangue sulle proprie mani”.
Secondo la fonte, “l’incontro con le famiglie dei terroristi non era incluso nel programma ufficiale della visita e, una volta avvenuto, la delegazione e i rappresentanti palestinesi hanno convenuto che fosse opportuno tenerlo nascosto, nonostante tutte le attività della Corte dovrebbero essere trasparenti”. Ricordiamo che la Corte dell’Aia sta esaminando diverse azioni legali intraprese dalle autorità palestinesi sulle attività di Israele in Cisgiordania. Si tratta di procedimenti ancora in fase investigativa e incontri segreti del genere minano la credibilità delle indagini.