Se il cambiamento del XXI secolo sono le nomine dei Flynn fatte da Trump, viva la Prima Repubblica!
Accanto a molte nomine encomiabili, il president elect o cialtrone in chief ha deciso che il ruolo delicato, superdelicato, di consigliere per la Sicurezza nazionale va all'autore di numerose storie cospirative, di quelle simili alle scie chimiche
Mi consola l’idea che il prossimo giro elettorale in Italia sia proporzionale, che il diritto di votare un governo, autogoverno, sia di nuovo condizionato dai maneggi di nomenclatura, alla consultazione di “ventitré trentini che entrarono a Trento tutti e ventitrè trotterellando” (scioglilingua della Quarta Repubblica). La restaurazione delle vecchie buone maniere mi consola e un po’, come vedete, m’imbriaca. E ora vi dico il perché, basta un volo transatlantico.
Washington. Il politicamente corretto, che dopo Trump è la mia nuova filosofia di vita, in buona compagnia con tanti neoconservatori nevertrumpisti sfottuti da quel genio analitico di Mattia Ferraresi, ha una breve storiella da raccontare. Accanto a molte nomine encomiabili, il president elect o cialtrone in chief ha deciso che il ruolo delicato, superdelicato, di consigliere per la Sicurezza nazionale va al Lt. General Michael Flynn, amico del mio amico Michael Ledeen e coautore con lui di un libro. Flynn però è anche autore di numerose storie cospirative imbarazzanti per lui, di quelle simili alle scie chimiche, di quelle come la denuncia del padre di Ted Cruz per l’assassinio di Kennedy, che i pol. corr., i miei nuovi compagni, chiamano “Flynn facts”, i fatti secondo il Lt. General. Ma non basta. Michael Flynn ha un figlio, Michael Flynn Jr., che è stato messo nel team della transizione di The Donald verso la Casa Bianca, e all’improvviso licenziato per ragioni forti. Che sono poi queste. Ora, il figliolo dell’uomo cardine della sicurezza trumpista imminente ha inseguito da perfetto troll, conducendo in merito sue investigazioni speciali, una storia on line che diceva quanto segue: nella pizzeria di Washington chiamata Comet Ping Pong si conduce un traffico abusivo di minori e altri crimini alla cui testa stanno Hillary Clinton e il suo campaign manager John Podesta, in un contesto di “riti satanici”. Non basta. Il licenziamento del troll in chief, figlio del consigliere per la Sicurezza nazionale di quelli che una volta erano chiamati Stati Uniti d’America, è avvenuto dopo che domenica scorsa un uomo armato è entrato nella pizzeria Comet Ping Pong e per quasi un’ora ha decretato che stava a lui indagare su quella storia promossa dal ragazzotto Flynn, e che ne avrebbe dimostrato la fondatezza per diritto o per rovescio. L’uomo ha anche sparato un colpo prima del ricovero Tso. Per Michael Flynn Jr. non c’è stato più niente da fare. Gli hanno ritirato la richiesta di clearance per le informazioni di stato, che era in corso di approvazione, e lo hanno sbattuto fuori. Resta il papà, il consigliere per la Sicurezza da cui dipendono le sorti dell’America e del mondo.
Ecco. Non credo di dovere spiegare altro. Se questo è il cambiamento del XXI secolo, viva la prima Repubblica, viva Pomicino, viva la proporzionale, viva i partiti e il grande ritorno dell’identico, e speriamo che si riesca a vararlo al più presto. Altro che votare subito, come ho scritto appena ieri: dopo l’esperienza di Trump-doppio Flynn votare mai!