Ecco il progetto della supermadrasa di Saint-Denis, Francia
L’Institut européen des sciences humaines (Iesh) ha annunciato la realizzazione di un progetto di campus universitario, secondo le norme islamiche. Sarà il più grande d’Europa.
Parigi. Il ministro dell’Istruzione francese, Najat Vallaud-Belkacem, e l’ex ministro della Cultura, Jack Lang, avranno accolto la notizia con entusiamo, loro che si lamentano perché l’arabo “non è trattato come l’inglese”. L’Institut européen des sciences humaines (Iesh), istituto universitario privato specializzato nell’insegnamento della lingua araba, delle scienze islamiche e nello studio del Corano, ha annunciato la realizzazione di un progetto di campus universitario, secondo le norme islamiche, che occuperà una superficie di ottomila metri quadrati e sarà il più grande d’Europa.
Questa nuova madrasa della République situata nel cuore della Seine-Saint-Denis, dipartimento dove la maggioranza della popolazione è di cultura arabo-musulmana, si svilupperà su due siti: il primo e più importante sarà a Saint-Denis, un tempo conosciuta per ospitare la basilica gotica dove sono sepolti quasi tutti i re di Francia, oggi presente in tutti i dossier sull’islam per essere un’enclave di salafiti, al punto da essere stata soprannominata “Molenbeek-sur-Seine”; il secondo sito dove si espanderà questa nuova struttura scolastica islamica è La Courneuve, a nord di Parigi. A Saint-Denis, il campus promosso dall’istituto che forma imam, cappellani delle prigioni e insegnanti (è diretto da Ahmed Jaballah, vicino ai Fratelli musulmani), sarà composto da due edifici di nove piani ciascuno, per un costo totale che oscilla tra i 7,5 e gli 8 milioni di euro. Al suo interno troveranno spazio, oltre alla facoltà islamica, un centro medico, una palestra, una libreria, un ristorante, gli uffici e gli alloggi per gli studenti: il tutto con l’obiettivo di generare degli introiti per le casse dell’Iesh. Alla Courneuve, sarà invece installata una residenza universitaria, con 25 appartamenti, su un terreno che è già di proprietà dell’istituto: il costo, per questa parte, sarà di 1,5 milioni di euro.
Secondo quanto riportato dal portale Saphirnews.com, l’avvio dei lavori è previsto per il 2017, e il permesso di costruire sarebbe stato concesso dal comune di Saint-Denis nel novembre 2015. L’occasione per annunciare questo nuovo progetto dell’Uoif (Union des organisations islamiques de France), antenna francese dei Fratelli musulmani, è stata la cerimonia in onore degli imam e di chi ha imparato a memoria il Corano, al termine della formazione presso l’Iesh. Tra le numerose personalità francesi del mondo musulmano, erano presenti Anouar Kbibech, presidente del Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), Djelloul Seddiki, direttore dell’istituto Al Ghazali e rappresentante della Grande moschea di Parigi, e soprattutto Amar Lasfar, presidente dell’Uoif. Quest’ultimo, vicino al Partito socialista, è anche il fondatore del liceo musulmano privato Averroès di Lilla, nel nord, finito nella tormenta, lo scorso anno, dopo che un docente, Sofiane Zitouni, si era autolicenziato, in polemica con l’ambiguità dei corsi insegnati. In un libro pubblicato pochi mesi fa, “Confessions d’un fils de Marianne et de Mahomet”, Zitouni ha denunciato la propaganda islamista del liceo, attirandosi le ire di Lasfar, che lo ha accusato di diffondere menzogne.
Sono già in molti a essere preoccupati anche per la facoltà islamica che verrà. Su Saintdenismaville.com, pagina web frequentata e animata dagli abitanti del dipartimento 93, è stato pubblicato un articolo perplesso sui futuri corsi di “Teologia musulmana”, sulle modalità con cui si finanzierà il campus islamico, e sulla mano lunga dei Fratelli musulmani francesi, in grande espansione. A San Sebastian, a settembre, è stata inaugurata la prima Università islamica di Spagna. Nel 2015, è in Italia, a Lecce, che è stata lanciata la prima Università in gloria di Allah, finanziata dall’Ucoii e dalla Qatar foundation. Ma in Francia, dove vive la più importante comunità musulmana d’Europa, si fa ancora più in grande.
I conservatori inglesi