Da Vienna a Londra, il nuovo corso delle sinistre europee è all'insegna del trumpismo
Il cancelliere austriaco, il socialdemocratico Kern, si schiera contro la libera circolazione dei lavoratori. E nel Regno Unito Corbyn sfida i populisti usando la loro stessa retorica
Roma. Il cancelliere austriaco, il socialdemocratico Christian Kern, ha annunciato ieri di voler sfidare l'Unione europea su uno dei cardini del mercato unico, quello della libera circolazione dei lavoratori, che sin dal voto sulla Brexit dello scorso giugno è stato messo in discussione dai movimenti populisti europei. Kern ha detto che farà pressioni sull'Ue per limitare le assunzioni di lavoratori stranieri, in particolare quelli non specializzati che provengono dall'Europa dell'est e che spesso sono esentati dal pagamento delle tasse in Austria. L'obiettivo del cancelliere per i prossimi 10 anni è creare 200 mila nuovi posti di lavoro, aumentare il salario minimo e gli investimenti. Per questo, la concorrenza di alcuni paesi stranieri, giudicata sleale, potrebbe essere un ostacolo per tutelare i lavoratori austriaci.
Kern ha fatto il suo annuncio durante una visita a Wels, la città più grande tra quelle amministrate da un sindaco del Partito della Libertà (FPO), di estrema destra. I sondaggi dicono che l'FPO è il primo partito nel paese e che molti dei suoi elettori sono vecchi sostenitori della sinistra austriaca preoccupati dall'immigrazione e dalla disoccupazione. Kern ha avviato dunque una manovra di persuasione del suo vecchio elettorato per porre fine all'emorragia di voti. "Per quelli che non credono più in noi, e anche per quelli che magari sono arrabbiati, io vi dico: ascolto il vostro messaggio e capisco il vostro disappunto. Da oggi cambiamo corso", ha detto il cancelliere nella città roccaforte dell'estrema destra. "Questi paesi dell'Europa orientale stanno esportando disoccupazione”, ha detto Kern, che ha attaccato anche le multinazionali – "come Google", ha detto – con sede nei paesi dell'Ue che garantiscono una pressione fiscale molto bassa. La sua soluzione è una tassa "punitiva" superiore al 25 per cento per le aziende che operano in Austria ma che hanno sede al di fuori del paese.
Anche se la retorica della chiusura delle frontiere o della limitazione alla libera circolazione dei lavoratori riuscisse a fare breccia tra i cuori degli elettori dell'estrema destra, resta il fatto che Kern, dal maggio del 2016, guida un governo di coalizione insieme al Partito popolare e che l'annuncio di questo "nuovo corso" sembra poco conciliabile con le idee dei suoi stessi alleati.
L'ondata populista che ha travolto le sinistre europee negli ultimi mesi sembra tanto incisiva da aver convinto altri leader apparentemente moderati a sfidare le resistenze che vengono dai loro stessi partiti o dai propri alleati. Nel Regno Unito, anche il laburista Jeremy Corbyn ha inaugurato un "nuovo corso" seguendo linee simili. Parlando con Politico Europe, un membro del suo team ha ammesso che il leader del Labour ha deciso di mettere in atto una strategia di comunicazione ispirata a quella di Donald Trump. Contestualmente, durante il suo primo discorso del 2017, a Petersborough, Corbyn ha messo in discussione alcuni vecchi capisaldi dell’agenda laburista sulle questioni europee, come la libertà di movimento dei lavoratori e l'apertura delle frontiere. "Il Labour non è sposato con la libertà di movimento", ha detto il leader laburista prima di contraddirsi e di ribadire che "l'immigrazione nel paese non è troppo elevata". Ma se l'obiettivo del suo partito è impedire il taglio dei salari e assumere maggior manodopera locale, ha aggiunto, la prospettiva di "diminuire i lavoratori stranieri" potrebbe essere "probabile". "Credo che l'approccio radicalmente populista di Jeremy Corbyn si concili bene con quello dei conservatori", ha scritto su Twitter Sathnam Sanghera, editorialista del Times, commentando la scelta di Corbyn di sfidare i populisti a suon di retorica altrettanto populista.
Ma che il cosiddetto "nuovo corso" porti il Labour a guadagnare punti tra gli elettori è tutto da vedere. Vox ha chiamato alcuni professori e politologi a esprimersi sulla nuova strategia della sinistra britannica. "Il rischio vero è che Corbyn finisca per perdere anche gli elettori dei grandi centri urbani", ha detto Cas Mudde, professore di Scienza della politica dell'Università della Georgia: "I britannici sanno molto bene che, in tema di opposizione all'immigrazione, i conservatori e i nazionalisti hanno una tradizione ben maggiore. Non sono idioti".