Perché sono importanti gli scontri nella banlieue di Parigi
Le violenze ad Aulnay-sous-Bois. Incriminati e sospesi quattro poliziotti, uno è accusato di violenza sessuale contro un 22enne di colore arrestato giovedì. Le possibili ricadute sulle elezioni in vista
Per la terza notte consecutiva sono proseguiti gli scontri con la polizia nella banlieue di Parigi. Le violenze sono esplose nel sobborgo settentrionale di Aulnay-sous-Bois, dopo l'arresto, giovedì scorso, di un 22enne di colore in seguito al quale sono stati incriminati e sospesi dal servizio quattro poliziotti. In particolare uno di loro è accusato di violenza sessuale con un manganello contro il giovane, identificato come Theo, durante una retata. La vittima ha denunciato le violenze all'emittente televisiva BfmTv.
#JusticePourThéo : Policiers accusés de viol à #Aulnay, voici la vidéo de l'interpellation. #AulnaySousBois #LaCitéDes3000 pic.twitter.com/5NQL6hroLO
— Lies Breaker (@Lies_Breaker) 5 febbraio 2017
Domenica 5 febbraio Bruno Le Roux, ministero dell'Interno francese, ha annunciato la sospensione dei quattro agenti, che erano intervenuti per controllare l'identità di una decina di persone sospettate di spaccio. La dinamica non è ancora chiara. Certo è che il 22enne è finito in ospedale, gravemente ferito nella zona rettale, dove ha subito un'operazione chirurgica in seguito alla quale ha ricevuto 60 giorni di prognosi. Il procuratore di turno ha aperto un'indagine per “aggressione armata da parte di persone investite di autorità pubblica” e chiesto di acquisire i video di sorveglianza della polizia municipale e quelli girati da alcuni residenti con gli smartphone. Il premier francese Bernard Cazeneuve dall’Assemblea Nazionale ha chiesto la “massima fermezza” nei confronti delle forze dell’ordine quando si rendono colpevoli di “gravi errori”.
Hollande s'est rendu au chevet de la victime Théo #AulnaySousBois https://t.co/195XDEVOFQ pic.twitter.com/idGnE5uHzB
— Le Lab (@leLab_E1) 7 febbraio 2017
Ma la tensione rimane alta: gli scontri nel sobborgo multietnico sono cominciati sabato 4 febbraio, quando alcuni giovani hanno incendiato delle auto e distrutto pensiline degli autobus. Qualcuno ha anche sparato quello che il Figaro definisce un mortaio artigianale contro una pattuglia della polizia. Non è bastato l'"appello alla calma" lanciato da Aurelie, sorella maggiore di Theo, durante una manifestazione di protesta a cui hanno partecipato centinaia di persone, con la famiglia del giovane aggredito in prima fila. La notte scorsa, riferiscono fonti di polizia, almeno 26 persone sono state fermate.
Opnieuw rellen in de Parijse banlieue na verkrachting jongeman met matrak https://t.co/7lkyj0QpEY #nieuwsblad pic.twitter.com/bkdZc36ndy
— Het Nieuwsblad (@Nieuwsblad_be) 7 febbraio 2017
La banlieue di Aulnay-sous-Bois non è nuova a proteste violente. Nel 2005 era uno dei fronti della cosiddetta rivolta delle banlieue, che si allargò poi ad altre città della Francia. In quel caso gli scontri avvennero in seguito alla morte di due minorenni, fulminati da un trasformatore all'interno di una cabina elettrica dove pare si stessero nascondendo dalla polizia. Gli agenti che lavorano nelle zone delle violenze sono di frequente accusati di avere un atteggiamento di provocazione, con controlli d'identità estremamente frequenti, e spesso visti come "battute di caccia" che prendono di mira le minoranze. I presunti abusi delle forze dell’ordine hanno, da svariati anni, scatenato episodi di violenza urbana. Una dinamica simile a quella che ha portato alle feroci proteste in diverse città americane, dopo le uccisioni di Philando Castile e Alton Sterling e anche dopo la successiva strage di Dallas. Nel 2002 la campagna elettorale che spinse sul pedale della criminalità nelle periferie fu uno dei motivi per cui Jean-Marie Le Pen si piazzò secondo alle elezioni. Così come nel 1983, dopo la rivolta di Vénissieux, vicino Lione, il partito di estrema destra ottenne un buon risultato alle elezioni amministrative locali. Oggi, con l'avvicinarsi del voto, il Front National è ai suoi massimi storici in termini di consensi e le violenze di questi giorni potrebbero giocare un ruolo importante alle urne.
I conservatori inglesi