Il fiore antisemita di Le Pen si posa sull'Internazionale della demagogia e del cialtronismo. Svegliatevi!
La candidata del Fn all’Eliseo vuole negare il passaporto israeliano agli ebrei francesi. Non servono più le indagini sociologiche sui malesseri elettorali, ma una reazione all’ondata di morchia che minaccia l’occidente
Marine Le Pen, che si è fatta portavoce in Francia di Trump l’impostore e di Putin il provocatore, ora vuole togliere agli ebrei francesi la cittadinanza israeliana e la kippah. Sente la presunta voce del cuore antisemita della Francia profonda, questa Jeanne d’Arc dei bassifondi della politica demagogica che vuole svendere, per un bel po’ di voti dati alla vergognosa, le radici di inclusione libertaria del meglio dell’Europa dopo Auschwitz, un meglio che le è sconosciuto, a lei come al paparino che considera la Shoah “un dettaglio della storia”. “Portino un cappello, se proprio lo desiderano, questi ebrei. E lasciatemi finire il lavoro dell’importazione-esportazione dell’impostura nel mio paese etnicamente e razzialmente ricompattato, lasciatemelo finire in sintonia con il bellimbusto di Washington e con il mio finanziatore spregiudicato di tutte le Russie. Ho anche l’alibi: la stupida idea laicista che le religioni siano un pericolo per lo spazio pubblico repubblicano, sopra tutto in tempi di jihad”. Questa è la traduzione giusta delle esercitazioni elettorali della figliola di Jean-Marie. In famiglia non si sa o si preferisce non sapere che l’assimilazione forzata degli ebrei, e si comincia con l’aut-aut tra nazionalità francese e passaporto sionista o con il piccolo segno infranto della yarmulke, è l’equivalente simbolico di altri modi dell’annichilimento. Si è appena alzato il sipario, ed è subito Vichy.
Si può sospettare che in questa situazione le centrali del jihadismo si attivino per dare alla Francia qualche altra strage al più presto – è l’altra notizia di ieri – in maniera da portare la Le Pen al potere sull’onda della paura, in modo da suffragare meglio la sfida armata fondamentalista. Si capisce meno perché non si attivino con rumorosa ed efficace serietà gli anticorpi necessari.
Ci stiamo abituando a tutto, l’impostore americano è la carta franca, il jolly, la trumpcard, per il dilagare del peggio. E noi? Dove sono i chierici che in genere tradiscono per pudore e paura e opportunismo? Dove sta la reazione a un’ondata di morchia che minaccia di sommergere l’occidente?
Vabbè, i chierici facciano quel che vogliono. Continuino a impelagarsi in discussioni risibili sulla legge elettorale e sui destini di una formazione politica incostituzionale, la Casaleggio Associati, e del suo statuto di governo ispirato alla delazione, al pettegolezzo, alla paralisi amministrativa, a valori e parole d’ordine e comportamenti di serie B, ai quali non sono estranei occhiolini ideologici alla peggiore destra nazionale. Giochino pure con la Repubblica, con la nostra storia comune, con il divertissement dell’establishment sputtanato, al quale appartengono finché gli conviene e se gli conviene. Questo è un giornale che ha cercato di dare voce a quanto una volta era felice scorrettezza, e la solidarietà con Israele fu tra queste scorrettezze una priorità di conoscenza e di azione per noi. Ma passando a cose serie, forse è il momento anche per Israele, per il suo governo, di rivedere la corsa all’allineamento con i fattori di rischio ideologico e politico che inquinano la vita pubblica mondiale. O vogliamo baloccarci con l’idea che con le trombette del trumpismo si stia facendo la cosa giusta per Israele perché c’è un genero ortodosso e futile alla Casa Bianca?
Guardate che avere l’audacia di dire come devono girare per strada gli ebrei e di negargli il passaporto israeliano non è un evento ordinario, sopra tutto nella circostanza di una battaglia per distruggere l’Europa delle libertà e della pace contemporanea aggiungendo l’Eliseo alla Casa Bianca in preda alla pazzia cialtrona e al Cremlino che bussa alle porte dei nostri confini con le buone e con le cattive. Svegliatevi. Cercate di capire che è finito il tempo delle banalità analitiche e sociologiche, delle indagini sul malessere elettorale di questa o quella nazione: si è costruita e ha già in parte preso il potere un’Internazionale della demagogia e del cialtronismo sulla quale, e che serva almeno ad aprirvi gli occhi, ha posato ieri Marine Le Pen il suo delicato fiore di un certo spirito antisemita. Svegliatevi.