L'Ue costringe Vienna a riaprire i cancelli ai richiedenti asilo provenienti da Italia e Grecia
Dopo avere minacciato la chiusura dei confini, il ministro dell'Interno austriaco annuncia la marcia indietro per rispettare le regole sulla ridistribuzione dei rifugiati
Il ministro dell'Interno austriaco, Wolfgang Sobotka, ha annunciato che il governo di Vienna accetterà i richiedenti asilo da Grecia e Italia per rispettare le regole europee sulla ridistribuzione dei rifugiati. "Ho l'obbligo di rispettare il processo a cui l'Austria ha aderito", ha detto Sobotka prima di una riunione dei ministri dell'Interno dell'Ue: "Il fatto che non sia d'accordo sul sistema delle relocation è un'altra questione", ha aggiunto. Nei giorni scorsi anche il ministro della Difesa dell'Austria, Hans Peter Doskozil, aveva dichiarato di essere contrario all'accoglienza. Il paese nel 2016 ha accolto 36mila richieste di asilo, “un terzo – ha calcolato Doskozil – di quelle accolte dall’Italia, che ha una popolazione sette volte maggiore”.
Nel settembre scorso, il governo di Vienna aveva deciso di sostenere un cosiddetto “provvedimento d'emergenza” che prevedeva lo stop alle richieste di asilo, respingimenti in "paesi sicuri" e l’arruolamento di 2.200 soldati per controllare i propri confini – nonostante il numero di richieste si fosse dimezzato rispetto all’anno precedente. Per Sobotka, "tutte le eccezioni legali sono state discusse" ma per Vienna "non ci sono altre possibilità" se non iniziare il processo. "Ho già parlato con il ministro dell'Interno italiano e con il commissario dell'Ue Avramopoulos, che mi aveva incoraggiato diverse volte", ha spiegato Sobotka.
Il commissario europeo per l'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, alla riunione dei ministri ha criticato il rifiuto dei governi ad accettare le quote: "Basta con le scuse sui ricollocamenti. È il momento che tutti gli stati membri facciano ciò che devono entro fine settembre".
In Austria, a febbraio 2017, sono arrivati 2.450 richiedenti asilo, rende noto il rapporto mensile dell'Agenzia Ue per i diritti fondamentali, con sede a Vienna. Ma finora il paese non ha accolto una sola persona nel programma di ricollocamenti concepito per alleggerire il peso dell'accoglienza che ricade sulle spalle della Grecia e dell'Italia.
Il meccanismo di relocation (Unhcr)
Per avere un metro di paragone, nello stesso mese gli arrivi di migranti in Italia sono quasi raddoppiati rispetto a gennaio: da 4.504 a 8.320 persone.
Il 9 maggio scorso si era dimesso il cancelliere Werner Faymann, sostituito dal candidato indipendente Alexander Van Der Bellen, sostenuto dai Verdi. Faymann da tempo non riusciva più a trovare risposte condivise sui due temi che più agitano la politica austriaca: come relazionarsi con i populisti dell’Fpö e come gestire a livello nazionale ed europeo la questione dei migranti. Se in un primo momento si era allineato alla politica di accoglienza della cancelliera tedesca Angela Merkel, in seguito aveva scelto la linea dura dell’allora ministro dell’Interno, Johanna Mikl-Leitner, e di quello degli Esteri, Sebastian Kurz: chiusura della rotta balcanica, tetto massimo di ingressi all’anno e preparativi per chiudere anche il Brennero. Bloccata la rotta balcanica, i migranti si riversarono su quella mediterranea che però, all’altezza di Como e Ventimiglia, si interrompe.
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