La terza vita del riformismo europeo passa da Macron
Il leader di En Marche! vince il primo turno delle presidenziali francesi. Il 7 maggio al ballottaggio sfiderà Marine Le Pen, seconda con il 22 per cento dei voti. E adesso Hamon (Ps), il primo ministro Cazeneuve, Alain Juppé (Républicains) e soprattutto Fillon invitano a votare per l’europeista liberale che ha rivoluzionato il dizionario della gauche francese.
Parigi. “On va gagner”, vinceremo, gridano i sostenitori di Macron, tremila assiepati attorno al palco di Porte de Versailles, dieci minuti prima che i risultati appiano sul grande schermo installato per l’occasione. Poi i volti del leader di En Marche! e della presidente del Front national si palesano e le percentuali confermano che saranno entrambi al ballottaggio il prossimo 7 maggio (attorno al 24 per cento, Macron, attorno al 22, la Le Pen). Erano i favoriti dei sondaggi, l’europeista liberale che ha rivoluzionato il dizionario della gauche francese e la matrona della destra identitaria figlia di Jean-Marie Le Pen, ed eccoli lì davanti a tutti a contendersi il gradino più alto della République fra due settimane.
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— Mauro Zanon (@mauro__zanon) 23 aprile 2017
Dietro François Fillon, candidato dei Républicains, cui non è riuscita la “remuntada” di cui si vociferava in questi ultimi giorni; Jean-Luc Mélenchon, il leader guevarista della France insoumise, che nonostante una campagna molto colorata ed efficace, non è riuscito a fare il grande salto; Benoît Hamon, debole portabandiera del Partito socialista, quinto e lontanissimo da Mélenchon.
A Porte de Versailles, sventolano bandiere francesi e bandiere europee, si canta la Marsigliese, si levano i “Marcon président”. Benjamin Griveaux, portavoce di Macron, ostenta il suo entusiasmo e l’eurodeputata Sylvie Goulard è presente con tutta la famiglia a Porte de Versailles per assistere alla serata macronista. Ci si abbraccia e si sorride tra “helpers”, i giovani e giovanissimi che hanno organizzato la serata di questo primo turno e tutte le altre in questo intenso anno di campagna elettorale. Guardando i loro volti torna in mente l’inchiesta del settimanale Obs, “il macronismo è un ottimismo”, dedicata a questa Francia che crede ancora in un patriottismo europeo e ha sposato il “liberalismo positivo” (copyright Marcel Gauche) del 39enne di Amiens. “E' un progetto folle”, diceva un anno fa il presidente di En Marche!. Che ora però si sta concretizzando. La Brexit e l’elezione di Donald Trump, lo scorso anno, ci hanno insegnato a restare prudenti, certo.
Ma gli inviti a votare Macron di Benoît Hamon, del Ps, di Bernard Cazeneuve, primo ministro, di Alain Juppé, dei Républicains, e soprattutto di François Fillon, ci dicono che sarà veramente dura per Marine Le Pen riunire più del 50 per cento degli elettori francesi. “Nonostante tutti miei sforzi, non sono riuscito a convincervi. Dobbiamo scegliere ciò che è preferibile per il nostro paese. Non lo faccio con gioia. L’astensione non è nel moi DNA, soprattutto quando l’estremismo è alle porte del potere. Voterò dunque in favore di Emmanuel Macron”, ha dichiarato l’ex delfino di Sarkozy. E ancora: “Il mio sogno è che i nostri figli possano vivere in un paese libero, privo dell’ossessione del declino. Era la mia ambizione, era il mio sogno. Il futuro della Francia è anzitutto nelle vostre mani”.
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— Mauro Zanon (@mauro__zanon) 23 aprile 2017
In molti avevano detto che era una bolla mediatica, che sarebbe esploso dinanzi alle prime difficoltà, che la dinamica Macron era amplificata dai media. E invece la voglia di rassemblement e di rinnovamento dei francesi era assolutamente reale. “Con la dinamica Macron, ci sarà un rinnovamento estremamente potente della vita politica francese”, ha dichiarato François de Rugy, deputato ecologista. A fargli eco, Cécile Duflot, leader di verdi francesi, Eelv. Al QG di Mélenchon i sostenitori del candidato della Francia indomita dicono che voteranno Macron, e anche Pierre Laurent, segretario del Partito comunista, ha annunciato che la sua preferenza andrà al leader di En Marche! Marine Le Pen, da Henin-Beaumont, ha salutato il “risultato storico” ottenuto dal suo Fn, ringraziando i suoi elettori e invitandoli a votarla fra due settimane perché “è in gioco la sopravvivenza della Francia”. Ma sarà dura, molto dura per il Front national.
“In un anno, abbiamo cambiato il volto della politica francese”, dice Macron dal palcoscenico di Porte de Versailles, prima di aggiungere: “Non vi dimenticherò mai”. Interrotto insistentemente dai “Macron président” dei suoi sostenitori, il leader di En Marche! si è rivolto così ai francesi: “Ai milioni di francesi che hanno votato per me, voglio dire grazie (…) Grazie a tutta la mia famiglia e a Brigitte, sempre presente, e senza la quale non sarei me stesso”. Lanciando un appello al rassemblement, e ringraziando Hamon e Fillon per l’invito al voto in suo favore, Macron ha poi dichiarato : “Ho ascoltato i dubbi, le paure e la volontà di cambiamento. È ciò che ha portato il popolo francese a scartare i due grandi partiti che ci governano da trent’anni a questa parte. Fra quindici giorni voglio diventare il vostro presidente, il presidente di tutto il popolo di Francia, di fronte alla minaccia dei nazionalisti. Un presidente che protegge e che costruisce”. E ancora: “La sfida non è andare a votare contro una persona qualunque ma di rompere il sistema che è stato incapace di rispondere ai problemi del nostro paese degli ultimi trent’anni. La sfida è aprire una nuova pagina politica (…) Il compito sarà immenso, sono al vostro fianco. La battaglia comincia questa sera e la vinceremo! Viva la Repubblica, viva la Francia!”. Entusiasta per la vittoria di Macron è Sylvie Goulard, eurodeputata francese e già consigliera di Romano Prodi quando quest’ultimo era presidente della Commissione Ue. “È una gioia per noi francesi ma anche per tutta l’Europa”, dice al Foglio Goulard, prima di aggiungere: “Abbiamo preso il rischio di difendere il mondo che abbiamo conosciuto dal dopoguerra in avanti, nonostante il periodo di crisi attraversato dall’Europa. E siamo stati premiati. Questa sera ha vinto il patriottismo europeo”.
In caso di elezione, Emmanuel Macron diventerebbe il più giovane presidente della storia della Repubblica francese. Domenica 7 maggio potrebbe essere la data d’inizio della Terza vita per la sinistra europea.
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