Macron e la stampa
Perché fanno discutere le misure introdotte dall’Eliseo per gestire i giornalisti
Nuove misure e nuovi protocolli all’Eliseo con Emmanuel Macron, ma non tutti sono stati accolti benevolmente dall’opinione pubblica. E’ piaciuto molto il provvedimento appena approvato riguardante la riduzione del numero di collaboratori nei gabinetti ministeriali, è piaciuta molto meno, invece, la decisione di selezionare, d’ora in avanti, i giornalisti che seguiranno il presidente negli spostamenti interni e all’estero. Nel dettaglio: se Macron parte per una missione internazionale, la stampa accreditata sarà quella diplomatica, se invece l’appuntamento riguarda l’apertura di un incubatore di startup saranno i giornalisti esperti di high-tech a essere coinvolti nella trasferta. “Non c’è alcun motivo per cui il presidente debba essere seguito sistematicamente dalla stampa politica”, dice l’entourage di Macron. Ma il filtraggio deciso dall’Eliseo ha fatto urlare la stampa parigina, compresi alcuni giornali non certo nemici del capo dello stato, come il Monde e Libération, che hanno manifestato la loro inquietudine circa l’organizzazione della comunicazione presidenziale. “Non spetta al presidente della Repubblica o ai suoi collaboratori decidere il funzionamento interno delle redazioni. Queste scelte spettano alla direzione delle redazioni e ai giornalisti che le compongono, siano essi assunti o collaboratori, reporter, fotografi o vignettisti. Nessuno dei suoi predecessori si è prestato a questo genere di sistema, in nome del rispetto della libertà di stampa. In un momento in cui la sfiducia verso l’informazione pesa sempre di più, scegliere colui o colei che racconterà i suoi spostamenti crea un’ulteriore confusione tra comunicazione e giornalismo, e nuoce alla democrazia”, si legge nella lettera aperta a Macron firmata congiuntamente da una quindicina di redazioni. La selezione per competenza e la riduzione del numero di giornalisti al seguito è condivisibile, ma se questa si trasforma nell’esclusione dei cronisti politici sgraditi all’Eliseo non lo è più.