Theresa May e Jean-Claude Juncker

La Brexit sarà lenta e dolorosa, dice la Commissione Ue

Luca Gambardella

Bruxelles pubblica due documenti che tracciano le linee guida dei negoziati: si andrà ben oltre marzo 2019 e Londra dovrà pagare. E tanto

La Commissione europea prevede una Brexit lenta e dolorosa per il Regno Unito, che non potrà liberarsi di Bruxelles per molto tempo ancora, sicuramente oltre marzo 2019, quando è prevista la scadenza delle trattative che sanciranno la separazione da Londra.

 

Al di là delle stime fatte circolare dalla stampa internazionale sul costo della Brexit (il Financial Times ha parlato di circa 100 miliardi di euro) la Commissione ha pubblicato oggi due working paper in cui ha messo in fila i princìpi che guideranno il negoziato per la Brexit d'ora in avanti.

 

Nel primo documento, che affronta il nodo dei diritti dei cittadini europei, la Commissione ricorda che bisognerà permettere a coloro che hanno avviato la procedura per l'ottenimento della cittadinanza europea di concludere l'iter burocratico anche oltre il marzo 2019. Nel documento, l'Ue ammette di non fidarsi delle promesse fatte finora da Londra, che intende garantire i diritti dei cittadini europei residenti nel Regno Unito ma con una ratio caso per caso. La Commissione vuole invece che i diritti dei suoi cittadini siano riconosciuti in modo organico, tutti e subito nell'ambito dell'Accordo di ritiro. Particolare attenzione viene data ai diritti degli studenti e dei lavoratori per quanto riguarda le procedure di ottenimento del permesso di soggiorno, accesso al lavoro e assistenza sanitaria.

 

Infine, uno dei nodi più discussi dei negoziati: il Regno Unito resterà sotto la giurisdizione della Corte di Giustizia europea per tutte le controversie ancora pendenti dopo il termine della trattativa con Bruxelles. Una condizione che Londra ha già più volte considerato inaccettabile, perché la fine della giurisdizione dei giudici di Lussemburgo è considerata uno dei punti fermi della richiesta di separazione di Londra dall'Ue.

 

Nel secondo documento, la Commissione traccia invece gli aspetti finanziari del divorzio. Qui, la notizia peggiore per i britannici è cosa ne sarà del denaro che hanno versato finora nella Banca europea degli investimenti (Bei). Alla conclusione dei negoziati, il Regno Unito non riavrà indietro in modo automatico tutto il denaro versato per contribuire al finanziamento dei progetti europei, dice il documento. Oggi Londra detiene una quota del 16 per cento della Bei, pari a circa 39,2 miliardi di euro che – secondo gli impegni già sottoscritti – contribuiranno agli investimenti su scala europea dei prossimi 20-30 anni. L'estinzione dell'investimento britannico, spiega la Commissione, comincerà a decrescere in modo graduale solo alla sottoscrizione dell'accordo di ritiro dall'Ue, e così peserà sulle spalle di Londra ancora per qualche anno.

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  • Luca Gambardella
  • Sono nato a Latina nel 1985. Sangue siciliano. Per dimenticare Littoria sono fuggito a Venezia per giocare a fare il marinaio alla scuola militare "Morosini". Laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Ho vissuto a Damasco per studiare arabo. Nel 2012 sono andato in Egitto e ho iniziato a scrivere di Medio Oriente e immigrazione come freelance. Dal 2014 lavoro al Foglio.