Pablo Iglesias, leader di Podemos (foto LaPresse)

Podemos trema, in Spagna arrivano altri grillini

Angela Nocioni

Sabato c’è in Spagna il lancio di Actua, nuova forza politica di sinistra che vuole accaparrare voti nel settore già affollato del populismo, tra Podemos e il Psoe

Occhio alla nuova creatura che sta per spuntare nel movimentato laboratorio politico spagnolo: potrebbe presto diventare un’insidiosa concorrente di Podemos.

 

“Actua” si chiama, debutta a Madrid questo sabato. Si presenta come “una piattaforma di forze progressiste della società civile”. Interessanti i nomi che la promuovono e si apprestano a dirigerla non appena si farà partito: l’ex giudice Baltasar Garzón, il dirigente di Izquierda Unida Gaspar Llamazares, la giornalista di grido Teresa Aranguren, il magistrato emerito del Tribunale supremo José Antonio Martín Pallín e una lunga lista di intellettuali radical. Dall’avvocata Cristina Almeida, all’ex rettore dell’Universidad Complutense Carlos Berzosa, all’ex direttore dell’Unesco Federico Mayor Zaragoza. Dicono che sarà una piattaforma di dibattito politico, ma anche di non scartare la possibilità di convertirsi in “opzione elettorale”.

 

Il giudice Garzón l’ha praticamente già annunciato: “Se dovremo prendere questa strada senza dubbio lo faremo, ma questo avverrà al momento giusto. La maggioranza sociale in Spagna non è nelle mani del Partito popolare. Eppure il Partito popolare governa perché i rappresentanti del settore progressista non hanno saputo mettersi d’accordo”.

Garzón e compagni hanno tutta l’aria di andare a pescare nel laghetto di voti del movimento del professorino col codino. La competizione nello stesso campo è evidente. Le critiche esplicite a Podemos pure. Actua si definisce “un patto di forze progressiste alla portoghese”, ispirato all’alleanza di governo del Portogallo dove stanno insieme Partito socialista, Partito comunista e Blocco di sinistra. Dice di essere spalancata “all’apporto di altre forze”. Llamazares la descrive così: “Proponiamo un’alleanza rigeneratrice, più che progressista. L’idea è che ci sia dialogo politico a sinistra, cominciamo a far dialogare la sinistra perché poi si apra agli altri”.

 

L’invito quindi è innanzitutto al Psoe, il Partito socialista, alla stessa Podemos e alle altre forze che hanno chiesto voti negli ultimi anni in Spagna proponendosi all’elettorato come movimenti di non professionisti della politica: da Compromís (coalizione nata a Valencia, fatta di nazionalisti e sinistra ecologista ) a Ciudadanos, l’omologo di Podemos spuntato al centro.
Dice l’avvocata Cristina Almeida di Actua: “Vogliamo che la sinistra non si concentri tanto sulle figure di singoli individui e sulle loro singole iniziative. Perde sempre quando fa così. Vorremmo costruire una base politica per una opposizione efficace al Pp. Podemos si muove sempre in solitaria, che è come non muoversi per niente. Noi vogliamo davvero togliere il governo dalle mani del Pp. Per farlo serve una forza che unisca”.

 

L’ex giudice Garzón è ancora più esplicito: “Io come cittadino sono molto indignato che pur esistendo una maggioranza progressista lì dentro, non siano capaci di trovare consenso su un programma minimo”. Pablo Iglesias è avvisato.

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