In Repubblica Ceca c'è una città che vuole lasciare sepolto il suo passato ebraico
Un progetto di riabilitazione di un antico cimitero giudaico provoca una polemica e riattizza focolai di antisemitismo
In Repubblica Ceca c’è una polemica che riguarda un cimitero ebraico a Prostejov, città a 60 chilometri da Brno. E dire che il camposanto non esiste nemmeno più, è stato distrutto durante l'occupazione nazista e oggi è un piccolo parco, stretto tra alcune case e una scuola. Decine di cimiteri ebraici hanno affrontato lo stesso destino di quello di Prostejov, riscoperto solo nel 2015 da un gruppo di ricercatori che si sono impegnati a rintracciare e decifrare alcune delle 1.924 lapidi dissacrate più di 70 anni fa. Molte vennero riutilizzate dopo il conflitto per costruire case private. Kolel Damesek Eliezer, la fondazione che ha finanziato il progetto per riabilitare il sito, sta incontrando però una forte opposizione.
Il filantropo newyorchese Louis Kestenbaum fu il primo a richiamare l’attenzione su Prostejov, mentre cercava la tomba di rabbi Zvi Horowitz, morto nel 1816. “I suoi scritti sono ancora venerati dalle comunità ebraiche in tutto il mondo”, ha detto Kestenbaum all'Associated Press. “Prostejov era noto come importante sede dell'apprendimento e della cultura giudaica, il che rende il cimitero un monumento notevole sia nella storia ebraica sia in quella ceca”. La città fu per secoli sede di una delle più significative comunità giudaiche nella parte orientale del paese nota come Moravia. Oggi ci vivono meno di una dozzina di ebrei.
Tomas Jelinek, ex guida della comunità ebraica locale, ha raccontato alla Bbc di casi di disinformazione deliberata e antisemitismo. Mentre la fondazione Kolel Damesek Eliezer vorrebbe demarcare l'antico cimitero con una siepe alta sino al ginocchio e mettere sul sito alcune delle lapidi recuperate, ha iniziato a girare tra i cittadini di Prostejov un volantino che rappresenta il luogo circondato da un muro di mattoni. "Prostejov ha avuto una storia molto brutta nei rapporti con gli ebrei, era famosa per il suo antisemitismo nel diciannovesimo secolo", ha spiegato Jelinek. Un sentimento "presente ancora oggi nella popolazione". Dopo che è stata consegnata una petizione firmata da 3.000 abitanti, il consiglio comunale ha ritirato subito il proprio sostegno all’iniziativa, che avrebbe comportato anche il riallineamento di diversi percorsi che portano alla scuola. Il vice sindaco Zdenek Fiser ha respinto qualunque accusa: "Penso che il sindaco abbia riassunto bene la vicenda quando ha detto che i diritti dei vivi devono avere la precedenza sui diritti dei morti. Non c’è nessun focolaio di antisemitismo, è la stampa locale che ha bisogno di titoli controversi per rendere interessanti i loro articoli". A fine aprile scorso, però, la lapide del rabbino Zvi Horowitz è stata spezzata in due.