I giovani Tory stanno cercando il loro Corbyn, e forse lo hanno trovato
Jacob Rees-Mogg, conservatore “eccentrico”, sta spopolando sui social britannici
Per Jeremy Corbyn è iniziata più o meno così: dopo una sconfitta bruciante alle elezioni del 2015 nel partito laburista si è creato il vuoto. Quella che doveva essere una vidimazione formale a nuovo leader di un qualche blairiano più convincente di Ed il rosso si è trasformata in una faida interna al partito, lacerato tra il gruppo parlamentare saldamente centrista e una base di attivisti decisamente meno moderata. Il cambio delle regole per votare il leader del partito approvato qualche mese prima (pagando 3 sterline possono votare tutti) è capitata a fagiolo: Momentum e altri movimenti di sinistra, che per anni avevano schifato il Labour fighetto di Blair, hanno approfittato del momento di distrazione ai piani alti per andare al contrattacco, et voilà, ecce Corbyn leader e possibile futuro premier. La mobilitazione è avvenuta sopratutto sui social, dove pagine Facebook come Red Labour e Momentum, appunto, sono piazzatissime e agguerrite. Il paradosso è lo stesso cui si è assistito durante la campagna presidenziale in Francia con l’ascesa di Jean-Luc Melenchon e dei suoi ologrammi comizianti: oggi i candidati luddisti e pro-decrescita sono quelli che più traggono vantaggio dalle nuove tecnologie e forme di comunicazione (vedi i Cinque Stelle in Italia). La spiegazione sarà perlopiù demografica, s’immagina, ché i giovani da che mondo e mondo votano i candidati più radicali. Qualcosa, però, sta iniziando a muoversi anche tra i più timidi e silenziosi neo-elettori di destra, e a giovarne è un Tory outsider e démodé speculare a Corbyn: Jacob Rees-Mogg, “catapultato alla Camera dei Comuni direttamente dal 1923 per salvare il partito conservatore”, come ha scritto il Daily Mash.
Rees-Mogg è un uomo di 48 anni rigorosamente vestito in tweed (a volte lo si vede indossare una bombetta), ferventemente conservatore, nazionalista in modo “gentile”, anti immigrazione, anti matrimonio omosessuale e anti Ue. Stilisticamente parlando sembra uno scherzo, ma non lo è: eletto deputato in rappresentanza del Somerset nord-orientale nel 2010, è la caricatura vivente del conservatore britannico tipico. Del secolo scorso. Figlio di Lord William Rees-Mogg, per anni celebre e arcigno direttore del Times, Jacob è cresciuto nella tenuta di famiglia nel Somerset (dove i suoi avi possedevano diverse miniere di carbone), ha studiato a Eton, poi a Oxford e prima di entrare in parlamento ha lavorato nella City, ovviamente. La prima volta che si è candidato a parlamentare, nel 1997, fu ridicolizzato perché andò in giro per il collegio (una roccaforte operaia, Central Fife) con la sua ex governante, facendo proselitismo Tory con un accento “anacronisticamente posh” (Daily Telegraph dixit) che la Regina in confronto parla cockney. Lui e la sorella, quella stessa Annunziata Mary Rees-Mogg cui David Cameron chiese, se proprio doveva candidarsi a deputata, di presentarsi come “Nancy Mogg” per sembrare un po’ più popolana, sono stati entrambi prominenti attivisti pro Brexit. Jacob ha da poco aperto un profilo Instagram che ha già superato in follower quello del primo ministro, Theresa May, toccando quota ventunmila in poco più di un mese. In concomitanza con il suo exploit su Instagram, le sue fanpage su internet stanno spuntando come funghi: “Can’t clogg the mogg” (“non si può fermare il Mogg”) ha già cominciato a vendere magliette che lo ritraggono con la grafica del padrino, sottotitolo: “The Mogg Father”. Poi c’è anche “Middle class memes for Rees-Moggian Teens” (“meme borghesi per adolescenti Rees-moggiani”) che ha più di trentamila follower: i suoi sedici moderatori hanno tutti meno di vent’anni. Intervistato dalla Bbc, uno di loro ha detto di voler soltanto “creare satira per far ridere la gente e coinvolgerla nella politica, se poi riusciamo a convincere qualcuno a votare conservatore allora tanto meglio”, aggiungendo di credere “che Mogg piaccia perché è la personificazione dei valori britannici tradizionali. Aiuta anche il fatto che sia un po’ eccentrico, il che ci facilita il lavoro di creare un’immagine satirica”.
Non tutte le pagine su Rees-Mogg, però, sono umoristiche. “Ready for Rees-Mogg”, per esempio, insieme a tante altre, è stata creata da un giovane attivista Tory londinese, Sam Frost, che vuole seriamente convincere il deputato per il Somerset nord-orientale a sfidare il premier per la guida del partito, e quindi del paese. Ha lanciato una raccolta firme che viaggia intorno alle diecimila adesioni, da tutto il Regno (incredibilmente anche dalla Scozia e Galles). Mentre i frontbencher conservatori bisticciano dietro le quinte per decidere chi rimpiazzerà alle prossime elezioni la May, costretta a formare un governo pur sapendo che durerà poco, la base dei Tory si sta attivando per trovare il proprio outsider e giocare ai populisti con il Labour ad armi pari. La politica britannica è al contempo isterica e sempre più nostalgica, e dopo che la sinistra ha tirato fuori Corbyn dagli anni settanta è più che lecito che la destra tenti di resuscitare il mondo di Downton Abbey appoggiando un candidato come Rees-Mogg. Per ora lui fa lo gnorri, “supporto pienamente la signora May. Tutto questo supporto online è divertente ma non bisogna montarsi la testa”, ha dichiarato di recente. I conservatori britannici, però, sono famosi per le pugnalate alle spalle, e nell’epoca delle instagramstories, si sa, ogni tweet e ogni post di un politico è il modo perfetto di affilare i coltelli senza dare troppo nell’occhio. Sorridendo amabilmente.