Appello sull'Unesco contro la delegittimazione di Israele
Facciamoci sentire contro chi vuole cancellare Israele dalla storia. Firmano ebrei, laici e musulmani
Di fronte alla delegittimazione di Israele da parte dell’Unesco è opportuno che i ministri di questo governo, i loro collaboratori, e i grandi intellettuali italiani facessero proprio l’appello che nel 1974, un anno dopo la guerra del Kippur, scelsero di sottoscrivere alcuni pezzi grossi della cultura italiana. In ballo, oggi come ieri, c’era il rapporto tra Israele e Unesco e lo firmarono in tanti. Ignazio Silone, Carlo Casalegno, Arnoldo Foà, Vittorio Gassman, Franco Lucentini, Eugenio Montale, Giovanni Raboni, Leonardo Sciascia, Giorgio Strehler e Franco Zeffirelli. L’appello era questo. “L’Unesco è un organismo delle Nazioni Unite che ha per compito quello di difendere l’educazione, la scienza, e la cultura. Quanto è avvenuto rappresenta una perversione: uno stravolgimento del suo ruolo. I sottoscritti rifiutano di collaborare a questo organismo sino a che non abbia provato nuovamente, nei riguardi di Israele di essere fedele ai propri fini”. Quell’appello lo riproponiamo sul nostro giornale. E non è un appello di circostanza, ma per evitare che vada a segno quello che è l’obiettivo neppure troppo mascherato dell’Unesco di oggi: cancellare lo Stato ebraico, a partire dalla sua storia.
Hanno firmato Giuseppe Laras, presidente emerito dell’Assemblea rabbinica; Riccardo di Segni, rabbino capo di Roma; Marcello Pera, ex presidente del Senato; la scrittrice Antonia Arslan; Cyril Aslanov, Università di Gerusalemme; Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano; Roberto della Rocca, responsabile Educazione dell’Unione comunità ebraiche italiane (Ucei); Ruth Dureghello e Ruben della Rocca, presidente e vicepresidente della Comunità ebraica di Roma; Giacomo Marramao, docente di Filosofia a Roma Tre; Giuliano da Empoli, presidente di Volta Italia; David Meghnagi, assessore alla Cultura dell’Ucei; Barbara Pontecorvo, presidente di Progetto Solomon; Stefano Parisi; Davide Romano, assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano; Elia Richetti, rabbino di Venezia; David Sciunnach, rabbino capo di Parma; Vittorio Robiati Bendaud; Andrée Ruth Shammah e Maryan Ismail, presidente dell’Associazione musulmani laic; Giulio Sapelli; Giovanni Orsina, Mario Mieli. (Per aderire scrivere a [email protected])
I conservatori inglesi