Così Macron vuole fare l'amico (unico) di Trump in Europa
Grande accoglienza a Parigi del presidente americano. Collaborazione sul terrorismo, sul clima (forse) non tutto è perduto
Parigi. “Ci sono la forma e il valore simbolico che in politica estera sono molto importanti. E Macron sa sfruttarli molto bene”. Pierre Briançon, giornalista di lungo corso, oggi corrispondente da Parigi per Politico Europe, analizza in una chiaccherata con il Foglio la visita del presidente americano Donald Trump a Parigi, a casa di Emmanuel Macron, il neopresidente francese che aspira a ritagliarsi il ruolo di più influente leader europeo, davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel.
A un mese dalla venuta di Vladimir Putin nella capitale francese, sullo sfondo di Versailles e della fastosa esposizione dedicata a Pietro Il Grande, l’inquilino dell’Eliseo ha invitato Trump in occasione delle celebrazioni del 14 luglio, accogliendolo agli Invalides per commemorare i cent’anni dall’entrata degli Stati Uniti nella Prima guerra mondiale affianco agli Alleati, e in seguito all’Eliseo per un incontro tete-à-tete e una conferenza stampa congiunta. “La sua famosa stretta di mano con Trump è stato il primo gesto simbolico per dire al mondo: non sarò oscurato dal presidente americano, Trump non mi impressiona, e non ci saranno concessioni da parte di Parigi e più in generale da parte dell’Europa. E’ stata indubbiamente una mossa riuscita, dopo la quale si è potuto permettere il lusso di invitare il capo della Casa Bianca a Parigi.
Forma e valori simbolici scandiscono il tour parigino di Trump, in vista della parata del 14 luglio. Il presidente francese "vuole accreditarsi come pontiere tra Europa e Stati Uniti", ci dice Briançon di Politico Europe. Che sottolinea anche alcune "sciocchezze" nell'approccio di politica estera di Macron
Nonostante le differenze tra i due, e le ostilità sulla questione climatica, in seguito allo strappo di Trump sugli accordi di Parigi, c’è da parte di Macron la volontà di essere il principale interlocutore europeo alla Casa Bianca”, spiega Briançon, e aggiunge: “Alla stregua di quanto fatto con Vladimir Putin, ha accolto il leader americano in un quadro dal forte valore storico. Gli Invalides sono il simbolo della storia di Francia, della sua storia militare”. Come sottolineato dal giornalista di France 2 Jeff Wittenberg, gli Invalides simboleggiano “l’amicizia franco-americana forgiatasi attraverso le due guerre mondiali”. I due leader si sono raccolti davanti alle lapidi commemorative dei marescialli de Lattre de Tassigny, Juin, Leclerc, eroi della Seconda guerra mondiale. Poi, mentre le rispettive consorti, Brigitte e Melania, si preparavano a visitare assieme la cattedrale di Notre-Dame e a concedersi un giro turistico sulla Senna, Macron ha accompagnato Trump dinanzi alla tomba del maresciallo Foch, che guidava le forze dell’esercito francese quando gli Stati Uniti entrarono in guerra cent’anni fa.
Ma il momento più importante dal punto di vista simbolico è stato quello in cui Macron e Trump si sono recati sotto il Dôme che protegge la tomba di Napoleone. Lì, secondo quanto riportato dall’Afp, il presidente francese avrebbe decantato al collega americano le gesta del generale francese divenuto Primo console e in seguito imperatore, suscitando l’interesse di Trump che avrebbe rivolto una domanda legata alla campagna di Russia del 1812.
Tanti simboli e tanti immagini, durante questi primi due mesi di presidenza, ma Macron sarà in grado di superarli, come si è chiesto qualche giorno fa il Monde? “Dal punto di vista diplomatico, le élite sono contente del fatto che Macron stia riportando la Francia, dal punto di vista simbolico, al centro dello scacchiere geopolitico mondiale. La Germania non ha la forza per farlo in questo momento, anche perché tra Merkel e Trump non corre certo buon sangue, l’Inghilterra è marginalizzata dalla crisi scoppiata in seguito alla Brexit, e Macron sta sfruttando questo momento per accreditarsi come pontiere tra Europa e Stati Uniti”, dice Briançon. Sulla scia del premier canadese Justin Trudeau, Macron è attualmente l’unico leader europeo in grado di tener testa al volubile presidente statunitense, e come sottolineato dal Monde, vorrebbe anche rubargli “il monopolio dell’arte di essere imprevedibile”. In merito alle sue dichiarazioni sulla situazione mediorientale, e in particolare sulla Siria, Briançon, invece, non è affatto convinto dall’atteggiamento di Macron, che ha rifiutato l’approccio liberale umanitario dei neocon e di Blair. “C’è una volontà infantile di smarcarsi da François Hollande e Nicolas Sarkozy. Sulla Siria, ha detto molte sciocchezze. Ha annunciato di essere disposto a intervenire se verrà sorpassata la red line degli attacchi chimici, ma allo stesso tempo ha affermato che non vuole cacciare il presidente siriano Bashar el Assad. E quando ha dichiarato che non c’è nessun ‘successore legittimo’ di Assad, facendo urlare l’opposizione siriana, il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian è dovuto intervenire in un’intervista per ‘correggere’ quanto detto da Macron e calmare gli animi. Macron pensa di aver capito tutto della situazione mediorientale, ma in realtà ha capito ben poco. E’ ancora inesperto”.
Sulla questione mediorientale e la lotta contro il terrorismo, il presidente francese si è soffermato naturalmente anche durante la conferenza stampa congiunta che si è tenuta nel tardo pomeriggio all’Eliseo. “Sul commercio, la sicurezza, la lotta contro il terrorismo, la stabilità nel medio oriente, in Libia e nel Sahel siamo determinati a lavorare assieme”, ha dichiarato Macron. Sul tema del clima, principale disaccordo tra i due leader, Macron ha detto di “rispettare la decisione” del suo omologo americano, precisando tuttavia di essere “legato all’accordo di Parigi” e di voler continuare a lavorare con Trump anche su questo tema. Quando Trump ha preso la parola, dopo aver ringraziato il capo dell’Eliseo per l’invito in “un bellissimo paese con una storia nobile” alle spalle, ha commemorato le vittime degli attentati di Nizza, sottolineando che c’è e ci sarà un impegno comune per rispondere alla minaccia terroristica. “La cooperazione è la risposta al terrorismo”, ha detto il presidente americano. “L’amicizia tra i nostri due paesi è indistruttibile”, ha affermato. E lo ha ribadito Macron, rispondendo alla domanda di una giornalista interessata alla nuova possibile relazione che sta per nascere: “Questa sera sarà una cena tra amici”.
Dalle piazze ai palazzi