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Trump vieta l'esercito ai transgender, in Israele sono già capitani

Daniel Mosseri

Schachar Erez è il primo ufficiale apertamente transgender delle Idf. La sua storia è uscita sulla rivista Forward mentre il presidente americano negava ai transgender l’accesso alle forze armate statunitensi

Paese che vai, forze armate che trovi. A dispetto di una solida alleanza politica e militare, e fatte ovviamente salve le differenti dimensioni, Stati Uniti e Israele hanno forze di difesa molto differenti. In America, tanto per cominciare, il servizio militare è volontario, mentre nello stato ebraico non solo è obbligatorio per i giovani dei due sessi, ma chiama ciclicamente i riservisti maschi fino alla cinquantina ai milu’im, esercitazioni e servizi attivi con cadenza periodica. Quello israeliano è dunque un esercito popolare, abituato a crescere e a mutare assieme alla società che lo circonda. Per cui, se nel 1993 Bill Clinton chiudeva un occhio sui militari omosessuali nelle forze armate americane con un pragmatico ma compromissorio “don’t ask, don’t tell”, quello stesso anno le Israeli Defense Forces (Idf) aprivano ufficialmente ai militari lgb (lesbian, gay, bisexual).

 

Da qualche tempo però è arrivata anche la t. Con un’intervista a Forward, mensile ebraico a stelle e strisce, il capitano delle Idf, Schachar Erez, ha voluto far conoscere al mondo la sua storia.

 

Schachar è il primo ufficiale apertamente transgender delle Idf e in Israele il suo caso era già noto. Tuttavia la sorte ha voluto che l’articolo del Forward uscisse mentre Donald Trump negava ai trans l’accesso alle forze armate statunitensi. Con una serie di tweet, lo stesso presidente americano ha annunciato che, "a seguito di consultazioni con i miei generali ed esperti militari, il governo degli Stati Uniti non accetterà o consentirà a individui transgender di servire in qualsivoglia ruolo nelle forze armate degli Stati Uniti”. Nel cancellare una decisione di senso opposto adottata da Barack Obama, Trump ha spiegato che i militari americani “devono concentrarsi sulla vittoria, senza essere appesantiti dalle pesantissime spese mediche e dallo scompiglio apportato dai transgender”. La decisione è stata criticata non solo dall’opposizione democratica ma anche dal senatore repubblicano e veterano di guerra John McCain, secondo cui “chi ha i requisiti medici dovrebbe poter servire”.

 

I tweet di Trump hanno finito per dare grande risonanza al racconto di Schachar. “Mi sono arruolato come donna e sotto le armi ho completato la mia transizione”, spiega l’ufficiale 23enne rimasto nelle forze armate dopo la leva per diventare militare di professione. “Durante il mio periodo con le Idf non mi sono mai sentito discriminato a causa della mia identità di genere”.

 

Le forze armate israeliane non si sono tuttavia limitate a fornire ascolto e comprensione, “perché è stata la loro assicurazione medica a pagare i costi della transizione”, dalle iniezioni ormonali alle complesse operazioni chirurgiche come la doppia mastectomia e la ricostruzione del torace. E la sua storia, sottolinea il capitano Erez, non finisce qua: “Conosco almeno una dozzina di uomini e donne sotto le armi che si identificano come transgender. Il mio compito è creare un ambiente in cui si sentano sicuri e a loro agio per dichiararsi”. E a chi fra gli antisionisti più incalliti lo accusa di fare pinkwashing risponde di non essere un megafono altrui ma che le Idf gli hanno fornito una piattaforma “per promuovere i diritti di quelli come me. Il resto sono calunnie maldicenti a servizio di agende politiche oscure”.

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