Venezuela, l'opposizione denuncia: "Urne vuote. La più grande frode elettorale della nostra storia"
Otto milioni di venezuelani hanno partecipato al voto, dice il governo. Ma sono solo due milioni e mezzo, secondo gli avversari di Maduro
Una giornata di tale tensione, quella del voto per l’Assemblea Nazionale Costituente, che il pur già insanguinato Venezuela ha raggiunto la cifra record di 15 morti in 24 ore. Secondo l’opposizione hanno votato 2.252.250 votanti, pari a non più del 12 per cento del registro elettorale: e c’era almeno il 25 di schede bianche e nulle, corrispondenti a dipendenti pubblici che sono stati costretti a votare sotto la minaccia del licenziamento o a anziani cui era stato prospettato addirittura di perdere la pensione. Dopo oltre cinque ore di silenzio dalla chiusura dei seggi la presidentessa del Consiglio Nazionale Elettorale (Cne) Tibisay Lucena ha annunciato 8.089.320 voti, pari al 41,53 per cento dei voti emessi. Che è esattamente quel che dall’opposizione si aspettavano.
“La truffa elettorale del secolo XXI”, ha commentato il politologo già fervente chavista ma ora antimadurista Nicmer Evans. “Non lo credono neanche loro” ha detto Henry Falcón: governatore dello Stato di Lara per l’opposizione dopo esserlo stato per il partito chavista ed essere stato un militare compagno di cospirazione di Chávez. “Sono sicuro che annunceranno 8 milioni. Dicano quel che dicano, il Paese già sa”, aveva previsto due ore prima dell’annuncio del Cne Henrique Capriles, governatore di Miranda e candidato presidenziale dell’opposizione alle due ultime elezioni. “Dica quel che dica Tibisay Lucena e i suoi 8 milioni di votanti fantasma non inganneranno il popolo con un’ulteriore farsa comunista”, ha dichiarato il partito Azione Democratica.
Alle 14 locali, le 20 italiane, il presidente dell’Assemblea Nazionale Julio Borges aveva parlato di non più del 7 per cento di affluenza, ma era un dato ovviamente parziale. Per la precisione il dato fatto filtrare da Ezequiel Zamora, ex rettore del Consiglio Nazionale Elettorale, era di 1.223.686 votanti, pari al 6,12 per cento. In origine programmato dalle 6 alle 18, l’orario di votazione è stato prolungato fino alle 19. La cifra sul 12 per cento è stata fornita dalla Red de Observadores de Asamblea de Educación. Ma l’opposizione era sicura che il regime avrebbe cercato di presentare una cifra di votanti superiore ai 7.676.894 che hanno partecipato alla “Consulta” indetta dall’Assemblea Nazionale il 16 luglio: “almeno 8 milioni o 8 milioni e mezzo”. Spiegano sempre al Foglio fonti dell’opposizione a proposito delle cinque ore di ritardo, “evidentemente stavolta con così pochi votanti la moltiplicazione dei pani e dei pesci si è rivelata più difficile del previsto”. Il fatto che i voti siano stati 8 milioni e non 8,5 corrisponde veramente a un minimo sindacale sotto il quale il regime non poteva andare.
La scarsa affluenza era stata attestata da molti giornali venezuelani: perfino Aporrea, storica testata chavista sebbene negli ultimi tempi ormai anch’essa piuttosto critica verso Maduro. E numerose foto di seggi voti sono state fatte girare sui social. Di lunghe code, a parte la nomenklatura del regime, hanno parlato i media cinesi e cubani. Qualcuno ne ha mostrato anche la tv. Ma si è subito scoperto che si trattava di filmati sul voto del 2015. Una testimonianza raccolta dal Foglio riferisce di una distribuzione di pacchi di cibo effettuata il sabato: il ricevente ha firmato una ricevuta, e si è allora accorto che risultava così aver votato. In un’altra testimonianza sempre raccolta dal Foglio una fervida oppositrice del regime dice di aver scoperti che hanno fatto votare un padre morto nel 1996 e un consuocero morto nel 1981. “Lo hanno messo come lavoratore nell’Amministrazione Pubblica”. Ovviamente, il lettore si deve fidare sul fatto che queste storie sono vere e non sono state inventate. Ma tutti possono controllare il filmato di Maduro che si è presentato a votare all’apertura dei seggi, e consegnando la sua tessera elettorale è subito apparsa la scritta: “la persona non esiste o la tessera è stata annullata”.
“Abbiamo la convinzione che il governo di Nicolás Maduro è uscito oggi sconfitto e il popolo è uscito vittorioso”, aveva detto Borges in conferenza stampa alle 14. “Non potranno chiedere soldi a altri Paesi. La Costituente nasce morta”. In un video diffuso via Twitter poco prima del voto il segretario dell’Organizzazione degli Stati Americani Luis Almagro aveva dovuto parlare 4 minuti e 5 secondi per elencare tutte le ragioni per cui il voto è “illegale”, “fraudolento” e “viziato di nullità”.
“Senza il potere costituzionale per convocarlo”. Il Consiglio Nazionale Elettorale “è uno strumento nell’agenda del governo” che “ha disconosciuto la volontà popolare” di convocare un referendum revocatorio del presidente ed ha rinviato arbitrariamente le elezioni locali. Le regole del voto violano sia i trattati internazionali che la stessa Costituzione venezuelana. Si sono manipolati i registri. L’organizzazione del processo è viziata di irregolarità. Si stanno facendo pressioni agli elettori.
A parte l’Osa, hanno annunciato di non riconoscere la Costituente i governi di Brasile, Argentina, Perù, Colombia, Messico, Spagna, Stati Uniti, Panama, Canada, Cile, Costa Rica e Paraguay, oltre al Parlamento Europeo. Il Mercour sta per deliberare l’espulsione del Venezuela. L’opposizione annuncia nuove proteste, già da oggi.
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