Luis Florido (foto LaPresse)

Il Parlamento venezuelano è pronto a resistere a Maduro

Maurizio Stefanini

Intervista a Luis Florido, presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale: “Possono portare avanti la loro frode costituente. Noi continueremo a legiferare” 

“Oggi ci siamo svegliati con Antonio Ledezma e Leopoldo López in carcere”, racconta al Foglio Luis Florido, presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale del Venezuela. Li hanno presi nel cuore della notte e portati al carcere di Ramo Verde “cosa che è motivo di grande preoccupazione per tutti noi della Tavola di Unità Democratica. Il regime sta mandando il segnale molto chiaro che aumenterà la repressione contro il popolo e contro i cittadini”.

Leopoldo López, da casa sua, aveva rivolto ai venezuelani un appello video a continuare la lotta ed aveva anche ospitato un incontro tra i leader dell’opposizione e l’ex-primo ministro spagnolo Zapatero, impegnato in una difficile opera di mediazione. “Ma gli arresti domiciliari di Leopoldo non avevano restrizioni. Non gli era stato vietato di fare comunicazioni pubbliche. Questa misura è illegale, incostituzionale e arbitraria: ma il regime di Nicolás Maduro ci ha abituato a cose del genere”.

 

 

Stavolta, però, all'azione di Maduro ha risposto un’immediata reazione internazionale. I Paesi che hanno dichiarato di non riconoscere la Costituente votata domenica scorsa su richiesta del presidente, sono ormai più di 40. Gli Stati Uniti, dopo aver vietato a Maduro l’ingresso nel Paese, hanno minacciato sanzioni a tutti i membri della Costituente. La Spagna ha invocato una forte reazione europea, e il presidente del Parlamento Europeo Tajani ha chiesto di vietare ai membri della Costituente l’ingresso nella Ue.

 

Nel frattempo gli ambasciatori di Regno Unito, Francia, Spagna e Messico hanno partecipato alla sessione dell’Assemblea Nazionale (il Parlamento del Venezuela controllato e difeso dalle opposizioni) facendo idealmente scudo a ogni tipo di minaccia nei confronti dei deputati. “La presenza del corpo diplomatico oggi è una ratifica all’esercizio di sovranità popolare che ha fatto il popolo il 6 dicembre del 2015, quando 14 milioni di cittadini votarono per questa Assemblea Nazionale che è quella legittima, quella vera” sottolinea Florido.

 

Però secondo il regime oltre 8 milioni di persone hanno votato la Costituente.

“La Costituente è una frode, per due ragioni. Anzitutto non è stata convocata dal popolo venezuelano. Secondo, i numeri di quanti l'avrebbero vota. Nel suo momento migliore il presidente Chávez arrivò a 8,2 milioni di voti. Nelle ultime elezioni dell’Assemblea Nazionale il governo ne ha presi 5,6 milioni. Questa elezione non era competitiva perché non c’era una controparte. C’erano solo candidati governativi, e in un contesto di chiaro logoramento del regime. Come hanno fatto a prendere 8,1 milioni di voti? In realtà avranno votato 2 o 3 milioni, al massimo. Siamo di fronte alla frode più grave e più seria di tutta la storia della democrazia venezuelana”.

 

Ci sono negoziati in corso?

“Magari ve ne fossero! Magari si potesse trovare una soluzione elettorale in grado di soddisfare tutti i cittadini? Non è quello che sa accadendo. Anzi, quel che è successo a Lepoldo e a Antonio Ledezma è un segnale molto negativo”.

 

Giovedì, però, l’Assemblea Costituente si insedia nello stesso palazzo dove ha sede l’Assemblea Nazionale. Cosa accadrà? Sarà sciolta?

“L’Assemblea Nazionale Costituente è una cosa fraudolenta, non riconosciuta da nessuno se non da altri dittatori. Quello che approveranno, se lo convalideranno da soli. L’Assemblea Nazionale, ripeto, è stata votata dal popolo, a maggioranza. Ha in sé il peso della sovranità nazionale, che la Costituente non ha. Loro possono pure installare la loro frode costituente dove gli pare: noi continueremo a legiferare”.

E se vi cacciassero?

“Non lo possono fare. Siamo nel Palazzo Federale Legislativo, e il Corpo Legislativo ha sede qui”.