Via le statue dei sudisti? Qui vogliamo togliere quella del Che
“L'eredità assassina del comunismo non merita omaggi”. Gia 14.000 persone hanno votato per rimuovere il monumento a Ernesto Guevara che sorge in Argentina, a Rosario, sua città natale
Il Che come il generale Lee? “L'eredità assassina del comunismo non merita omaggi”. Quasi in contemporanea alla polemica sulle statue dedicate agli eroi confederati negli Stati Uniti, anche in Argentina è venuta fuori una querelle molto simile. Oggetto è appunto il monumento a Ernesto Che Guevara che sorge a Rosario, sua città natale. E già 14.000 persone hanno messo la loro firma in calce a una petizione che chiede di rimuoverlo, proprio perché attraverso di lui si finisce per celebrare una delle ideologie più mortifere della storia.
A raccogliere le firme è la “Fundación Bases”, che ha sede nella stessa Rosario, e che si autodefinisce come “liberale classica”. Messa on line sulla piattaforma digitale Change.org, la petizione spiega appunto che il comunismo “non merita omaggi statuali, di tipo partitico-ideologico, finanziati con le imposte di tutti i cittadini”. Nel chiedere di rimuovere anche le altre targhe e murales che in omaggio al Che sono disseminate per la città, ricorda che “il guevarismo a Cuba ha lasciato 10.723 persone assassinate dal regime comunista, 78.000 morti cercando di scappare dall'isola, 14.000 caduti negli interventi militari all'estero, 5300 che morirono nella ribellione dell'Escambray (in maggioranza contadini e bambini), persecuzione a intellettuali, omosessuali e dissidenti”.
Secondo i promotori, lungi dall'essere un simbolo del passato il Che è origine di una tentazione liberticida che produce i suoi effetti ancora oggi, dal momento che loro stessi hanno dovuto fare la petizione in line dopo che nessuno gli aveva affittato uno spazio per fare una campagna pubblica. “Prima dicevano di sì, poi spiegavano che avevano paura di reazioni violente”. Insomma: “è questa intolleranza la vera eredità del Che”.
Fortemente voluta dai governi di quei coniugi Kirchner che contro la volontà della comunità italiana che l'aveva donata avevano fatto invece rimuovere la statua di Cristoforo Colombo da Buenos Aires, la statua del Che è alta 4 metri, pesa una tonnellata e mezzo ed è stata inaugurata nel 2008: in occasione degli 80 anni dalla nascita del Che, e alla presenza della figlia Aleida Guevara March e dello scultore Andrés Zerneri. Lo stesso Zerneri si difende spiegando che in realtà il governo argentino non ha contribuito, che la statua è stata confezionata con il bronzo di 75.000 chiavi donate da gente di tutto il mondo, e che “c'è spazio per questo monumento così come c'è spazio per monumenti di altre ideologie”. Insomma, un guevarista che parla come Trump. Va detto che si tratta dello stesso scultore autore della statua all'eroina indipendentista boliviana Juana Azurduy che è stata messa al posto di Colombo, ma lui ritiene che quello sia stato un esempio virtuoso: “la statua a Colombo non è stata distrutta ma solo spostata. C'è posto per più statue”. Di nuovo Trump sottoscriverebbe.
Accusati a loro volta di intolleranza, alla Fundación Bases riconoscono che difficilmente l'amministrazione cittadina darà loro retta, ma reputano importante aprire il dibattito. “C'è un gruppo di gente che conosce quel che ha fatto Guevara e lo appoggia lo stesso, ma la gran maggioranza non sa che è responsabile di molte fucilazioni, ad esempio. E neanche sa della persecuzione degli omosessuali a Cuba”.
Cosa c'è in gioco