Foto LaPresse

“British first”, la proposta della May per il dopo Brexit

Micol Flammini

Nel documento pubblicato dal Guardian emergono le direttive del governo britannico per regolare l'immigrazione europea: sì alla manodopera super qualificata e frontiere controllate

Una versione british del modello Trump. Appare così il documento segreto del ministero dell’Interno che il Guardian ha pubblicato ieri sul suo sito. Il dossier di 82 pagine, datato 27 agosto, elenca le possibili misure che il governo inglese intende adottare per regolare, e scoraggiare, l’immigrazione europea nel dopo Brexit. E’ un testo dell’Home Office e il suo contenuto è “soggetto ai negoziati con l’Unione Europea” oltre a essere in attesa di approvazione da parte dei ministri inglesi. Le misure proposte dovrebbero entrare in vigore dopo il 29 marzo 2019, data prevista per la fine dei negoziati con Bruxelles, e riguardano: lavoratori qualificati e non, permessi di residenza, ricongiungimenti familiari e anche il turismo.

 

Secondo la bozza saranno ammessi solo gli immigrati europei super qualificati. Già a gennaio Angela Merkel aveva chiesto ai paesi dell’Unione di fermare il tentativo di Theresa May di fare “cherry picking”, ossia di ammettere in Gran Bretagna solo le persone con un alto titolo di studio. Il cancelliere aveva intuito le intenzioni del premier britannico, infatti nel documento si legge che gli immigrati europei qualificati potranno fare domanda per restare fino a cinque anni, gli altri, invece, saranno ammessi per un massimo di tre. Il principio che trapela è “british first”: assicurare ai cittadini britannici la priorità sui posti di lavoro e limitare il flusso degli immigrati.

 

Se la bozza fosse confermata, cambierebbero anche le politiche alle frontiere: non muri, come nel caso di Trump, ma più controlli. Identificazioni meticolose, anche biometriche. Chiunque sbarcherebbe sul suolo britannico dovrebbe esibire il passaporto. La regola vale anche per i turisti provenienti dall’Unione: non saranno più accettate le carte d’identità valide per l’espatrio.

 

Nel documento si fa anche riferimento ai ricongiungimenti familiari, specificando che l'idea è di accogliere solo i partner e i figli sotto i 18 anni.

Di più su questi argomenti: