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E se un missile di Kim si scontrasse con un aereo di linea?

Micol Flammini

Dopo l'ultimo test nordcoreano si sta diffondendo la paura di un incidente in volo

Il dubbio nasce dal tweet di un passeggero. Appena atterrato a Osaka, dopo l'ultimo test missilistico che Pyongyang ha effettuato oggi, scrive: “Mentre ero in aereo c’è stato il lancio di un missile da parte della Corea del nord”. C’è effettivamente il rischio un missile possa colpire un aereo in volo?

  

Quando la Corea del nord effettua i suoi test, questi sorvolano il Giappone e attraversano lo spazio aereo internazionale, per finire nell’oceano Pacifico. La probabilità di un incidente è molto bassa, ma gli esperti ammettono che il rischio c’è e ne seguirebbe anche una risposta armata da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, che lo userebbero come casus belli.

  

 

Ovviamente Pyongyang non avvisa quando verranno effettuati i test e gli aerei di linea non sanno come poter evitare questo rischio. Chiaramente ci sono delle aree che i governi raccomandano di evitare, sia per il volo sia per la navigazione, ma l’imprevedibilità dei test fa sì che le rotte mutino di volta in volta.

  

 

Nonostante il rischio sia basso, esiste comunque la preoccupazione che un aereo possa essere colpito. La Corea del nord, come tutte le altre nazioni, ha accesso ai dati che riguardano l’aviazione internazionale e finora i missili lanciati dal regime hanno sempre sorvolato aree poco popolate o disabitate, una scelta che porta a pensare che Pyongyang voglia ridurre il rischio di incidenti.

 

Esistono tuttavia due fattori, del tutto accidentali, che potrebbero causare lo scontro: i missili potrebbero cambiare la loro traiettoria e spostarsi in uno spazio aereo più trafficato, oppure potrebbero disintegrarsi ed esplodere in volo. Il Giappone ha fatto presente che molti dei test di Pyongyang non hanno avuto successo, hanno spesso seguito percorsi sbagliati o sono caduti in punti distanti da quelli stabiliti, quindi la possibilità che un missile sbagli rotta ed entri nello spazio aereo più trafficato, secondo Tokyo, non è da escludere.

 

Le compagnie aree, intanto, stanno cercando di attrezzarsi cambiando le rotte. Per quanto possibile cercano di evitare di sorvolare l’area tra la Corea del nord e di Hokkaido. La prima a prendere precauzioni è stata Air France, che già da febbraio ha esteso la sua no fly zone e per raggiungere Tokyo o Osaka impiega fino trenta minuti in più.

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